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Dopo-Sinodo: ventriloqui espressi (per conto terzi?)

Gianni Gennari sabato 31 ottobre 2015
Su "l'Espresso" in edicola ieri (p. 45) titolo secco: «Così il Sinodo ha deluso Papa Francesco». Il settimanale festeggia i 50 anni, ma talora pare fermo al millennio che fu, su vari fronti. E tu leggi: «Era palpabile l'insoddisfazione di papa Francesco per come il sinodo è andato». Sguardo acuto, e l'occhio "espresso" vede tutto: anche i pensieri negati da parole e gesti? Tu, che non credi ai ventriloqui per conto terzi, vai a vedere come il Papa, proprio lui, ha concluso il Sinodo nella sua ultima omelia. Ecco: «Tanti di noi hanno sperimentato l'azione dello Spirito Santo, che è il vero protagonista del Sinodo». Tanti – ha detto – quindi non tutti: eccoli allora, espressi da "l'Espresso". In ogni modo anche solo stando al "palpabile", che somiglia molto al «papabile», questa insoddisfazione pare solo in testa a chi pretende di parlare per gli altri. Il Sinodo infatti parla di «accompagnamento» per tutti, anche per i divorziati e risposati che lo vogliano, e aggiunge anche il «discernimento» per andare oltre. Quindi andare oltre non è escluso, come scrivono quelli che dopo aver malamente accolto e seguito le due fasi del Sinodo non volevano che si arrivasse, appunto "discernendo", a qualcosa che va "oltre" l'attuale situazione, come di fatto è stato. Ma Sinodo è "cammino comune", e Francesco ha detto - sempre stessa omelia conclusiva - che «camminare insieme, fedeli laici, pastori e vescovo di Roma, significa percorrere le antiche e sempre nuove vie della misericordia». Appariva sorridente per chi ha occhi per vedere e orecchie per ascoltare. Non per i ventriloqui, che trovi sull'"attenti" e col grandangolo per vedere se c'è l'espressione che temevano: «Eucarestia».Credono di non averla trovata e la loro soddisfazione è «palpabile» nella ribollente caffettiera "Espresso". Meglio spegnere il fuoco.