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Donatori, ecco i rimborsi

Vittorio Spinelli mercoledì 15 giugno 2011
È la Giornata mondiale della donazione del sangue. Ricorre ogni anno il 14 giugno per ricordare la nascita di Karl Landsteiner, lo scienziato austriaco che all'inizio del secolo scorso scoprì l'esistenza dei gruppi sanguigni, premio Nobel nel 1930. La donazione del sangue volontaria e gratuita, come espressione di solidarietà sociale, ha ricevuto una particolare tutela della previdenza (legge 107/1990), oggi riservata ai lavoratori dipendenti con qualsiasi qualifica, assicurati all'Inps indipendentemente dal settore lavorativo.
Per ogni giornata di riposo compensativo che segue la donazione del sangue, i lavoratori dipendenti hanno diritto alla normale retribuzione giornaliera e ai contributi per la pensione accreditati figurativamente, quindi gratuiti. Per i lavoratori a stipendio fisso, l'indennità giornaliera si calcola dividendo per 26 la retribuzione mensile.
La retribuzione pagata in occasione della donazione è in realtà un indennizzo e per questo non è soggetta al normale contributo Inps. Per non danneggiare il donatore la legge ha pertanto previsto il contributo figurativo. La Corte costituzionale (sentenza 52/1992) ha poi stabilito che possono essere accreditate anche le giornate di donazione anteriori al 1990.


Tuttavia, affinché i contributi figurativi siano validi per la pensione, il lavoratore (o i suoi eredi) deve farne richiesta all'Inps e documentare, fra altri requisiti, la gratuità della donazione e la quantità di sangue prelevata non inferiore a 250 grammi. Le norme sanitarie consentono il prelievo di sangue dopo che sia trascorso almeno un trimestre dalla donazione precedente. Si deduce così che il vantaggio annuale per il diritto alla pensione non supera i quattro contributi giornalieri.
La giornata di riposo indennizzata concorre a formare i redditi del donatore, è soggetta all'Irpef e alle addizionali e beneficia delle detrazioni d'imposta. Il rilievo sociale della donazione ha suscitato anche un preciso riferimento sul modello Cud, anche per un adeguato riscontro da parte del lavoratore.
Mancata donazione. Qualora il donatore si sia recato al Centro di trasfusioni ed il prelievo, per motivi di ordine sanitario, non sia stato effettuato o solo parzialmente, il medico rilascia al lavoratore un certificato su quanto avvenuto, con indicazione del giorno e dell'ora. In questo caso il datore di lavoro non può rivalersi sull'Inps per gli oneri retributivi sostenuti nell'evenienza.
Donatori esclusi. Riposi e contributi non sono previsti per i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, imprenditori agricoli) e per i collaboratori e i liberi professionisti iscritti alla Gestione separata Inps. Tuttavia per i lavoratori autonomi alcuni enti locali prevedono un rimborso spese.
Anche la donazione del sangue deve fare i conti con il progressivo invecchiamento della popolazione. Si riducono infatti le donazioni in giovane età, che in genere proseguono poi nel corso degli anni.