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Diseguaglianze e crisi tra generazioni le sfide da affrontare

Francesco Delzio sabato 25 giugno 2016
Giovani contro anziani, benestanti contro poveri, inclusi contro emarginati. Il voto sulla Brexit ci consegna una lezione amara e preoccupante, che va ben al di là dei confini inglesi. Perché la scelta di rimanere nell'Unione Europea o di lasciarla, in realtà, ha fatto emergere con incredibile chiarezza una serie di fratture – o se volete di "faglie" – che oggi attraversano e rischiano di disintegrare non solo la società del Regno Unito, ma la gran parte delle società del Vecchio Continente.Dopo il voto a favore della Brexit, e al tempo stesso dopo le elezioni amministrative in Italia (ferme restando le evidenti differenze), la nostra società appare più fragile e molto più divisa. Una società vittima di diseguaglianze violente e radicate che abbiamo colpevolmente trascurato negli ultimi anni, senza accorgerci che i lunghi anni della crisi stavano scavando fossati culturali ed economici invalicabili. Oggi chiamare i cittadini alle urne significa illuminare il buio di società europee distinte nettamente in classi o forse addirittura in caste, che sembrano aver smarrito il senso di un destino comune, la voglia di costruire ponti e connessioni, la speranza di uno sviluppo armonico basato sulla parità di chances. Dalle urne emerge la rabbia degli abitanti delle periferie, il loro sentirsi esclusi e relegati (non solo geograficamente) ai margini, la loro radicale sfiducia verso i partiti al potere. E così il voto dei cittadini di Londra sulla permanenza nella Ue è opposto a quello degli abitanti di Brighton, così come la scelta di chi vive nel centro di Roma premia i partiti di sistema mentre chi abita a Torpignattara invoca un cambiamento radicale. Dalle stesse urne emerge – ad ogni latitudine europea – che giovani e anziani votano in modo tendenzialmente opposto, svelando non solo (come sarebbe ovvio) visioni e speranze diverse ma soprattutto forme di "egoismo generazionale" che ci erano sconosciute in queste dimensioni. Appena la furia dei mercati finanziari e valutari si sarà placata, dunque, non dovremo discutere soltanto delle "scosse" necessarie per dare una nuova missione e una nuova anima all'Unione Europea, e della capacità dei partiti anti-sistema di passare dalla protesta alla proposta. Dovremo porci un dilemma vitale per il futuro prossimo delle nostre società: come vinceremo nei prossimi anni diseguaglianze ed egoismi generazionali così profondi? A noi tutti, pro quota, l'ardua risposta.@FFDelzio