Rubriche

Disabili, pensione ai genitori

Vittorio Spinelli martedì 30 marzo 2010
Tre invalidi su quattro (indagine su commissione del Ministero della salute) vivono in famiglia, e da questa ricevono un'assistenza quasi completa. Assistenza particolarmente gravosa quando le cure dovute ad una persona invalida con grave handicap pesano sulle spalle di chi svolge anche un'attività lavorativa. A questo settore di eroismo quotidiano, che non consente soste, si rivolge un disegno di legge (n. 82/C) che riconosce un prepensionamento lavorativo ai familiari, genitori in testa, che assistono in casa disabili gravi e gravissimi. In breve, l'esonero dal servizio se gli interessati sono lavoratori del settore pubblico, oppure la pensione anticipata a 55 anni per le donne e a 60 per gli uomini se dipendenti nel settore privato.
Per lavoratore o lavoratrice si intende uno solo tra questi soggetti: coniuge, genitore, fratello, sorella o figlio, che convive e che ha stabilmente convissuto con la persona disabile per un periodo di diciotto anni, da comprovare con un apposito certificato del Comune di residenza, e che svolge un'attività lavorativa.
Il fratello o la sorella beneficiano del nuovo diritto solo se i genitori sono assenti o impossibilitati a prestare assistenza al familiare disabile oppure residenti in un'altra località.
Secondo le stime dell'Inps, il potenziale bacino di persone che potrebbero usufruire dei benefici previdenziali è di 134 mila persone occupate nel settore privato e di circa 45 mila inquadrate nel settore pubblico.
Il provvedimento, approvato di recente dalla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, è ora in corso di verifica per la copertura finanziaria. Proprio per la difficoltà di reperire le risorse economiche, «l'iter del disegno di legge è stato molto travagliato " ha spiegato Giuliano Cazzola vice presidente della Commissione Lavoro " ed è durato oltre un anno». Il finanziamento della nuova legge sarà assicurato da un aumento dei contributi dovuti da alcuni degli iscritti alla Gestione separata Inps per i collaboratori. «In pratica, saranno i pensionati che lavorano con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, per i quali l'aliquota contributiva passerà dal 17 al 18%». Tutti i beneficiari interessati dovranno rivolgere domanda all'Inps, certificando l'invalidità al 100% del familiare disabile. L'approvazione definitiva del provvedimento è prevista entro l'estate.
Certificato invalidi. Entro domani gli invalidi con assegno mensile devono presentare all'Inps o al Comune o alla Asl una dichiarazione di responsabilità sulla presenza del titolare nelle liste speciali per il collocamento obbligatorio oppure sullo svolgimento di un'attività lavorativa retribuita. Analoga dichiarazione di responsabilità è richiesta agli invalidi civili con l'accompagno, per comunicare l'eventuale ricovero in un istituto di assistenza, precisando se è ottenuto a titolo gratuito. Per i disabili intellettivi e i minorati psichici è sufficiente inviare un certificato medico.