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Ireneo di Lione. Difensore della fede dalle dottrine ambigue

Matteo Liut mercoledì 28 giugno 2017
Il coraggio di dare un nome alle cose, anche a ciò in cui si crede, senza compromessi con dottrine ambigue ed evanescenti come lo gnosticismo: è questa l'eredità che ci lascia sant'Ireneo di Lione, di cui oggi la Chiesa fa memoria. Era stato discepolo di san Policarpo e molto probabilmente era originario di Smirne, ma nel 177 era in Gallia, dove divenne il successore di san Potino, vescovo novantenne di Lione, ucciso durante la persecuzione. Poco prima dello scoppio della violenza anticristiana, Ireneo era stato mandato da Potino a Roma per chiarire alcune questioni dottrinali. Al suo rientro la comunità cristiana locale portava i segni profondi della persecuzione, ma Ireneo seppe essere un pastore saldo fino alla morte, avvenuta forse nel 202. Sono giunte fino a noi alcune sue opere in cui si dimostra un orgoglioso difensore dell'ortodossia e della successione apostolica.
Altri santi. San Paolo I, papa (VIII sec.); santa Vincenza Gerosa, vergine (1784-1847).
Letture. Gen 15,1-12.17-18; Sal 104; Mt 7,15-20.
Ambrosiano. Nm 10,33-11,3; Sal 77; Lc 6,17-23.