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Davanti agli attentati: dar voce più ai progetti che alle paure

Guido Mocellin domenica 27 agosto 2017
Poco più di un anno fa, nei giorni successivi alla strage di Nizza, riprendevo in questa rubrica ( tinyurl.com/yb4bsawf ) il bellissimo post in cui la ventenne Marta Baggiani annunciava che sarebbe morta in un attentato terroristico, a motivo della sua tenace volontà di far crescere, viaggiando, il «fiore della tolleranza» e «il seme dell'amicizia». Lo scorso giugno, all'indomani dei morti di Manchester, è toccato alla trentenne e mamma MaryG (Maria Giovanna) Baccaglini intonare, sulla sua pagina Facebook "Confessioni di una mente cinica, isterica e romantica", lo stesso canto, ripresa ora, nel dopo-Barcellona, dal sito di "Famiglia Cristiana" ( tinyurl.com/y8wn8g6z ). «Io morirò in un attentato» è il suo incipit, che si scioglie in un'ode al piacere di «conoscere, annusare, guardare, scoprire» il mondo e al progetto di condividere tale piacere con il proprio figlio. Lo premiamo 5mila reazioni, 900 condivisioni, 100 commenti.
Non ci sono solo un decennio (forse meno) e la maternità a dividere le autrici dei due post. Baccaglini lavora nel mondo della comunicazione; inoltre ha un blog dal già citato titolo chilometrico e dai numeri robusti, che si intrattiene soprattutto, in chiave
ironica, su quella che un tempo si chiamava educazione sentimentale e su quello che oggi chiamerei curvy-pride: potrebbe essere il blog di Bridget Jones. Di conseguenza il post di cui sto parlando ha una declinazione più individuale di quello di Baggiani, che studia e lavora nelle relazioni internazionali. Quel che ci vedo è comunque la misura intergenerazionale di un tipo di risposta alla violenza islamista di cui l'Europa oggi è bersaglio che, per quanto in sé insufficiente, le toglie, oggettivamente, un po' di forza. È evidente che anche nella vasta fascia di età degli "anta" la maggior parte delle persone si comporta come Baggiani o Baccaglini (Carmen Lopardo, la vittima italoargentina di Barcellona, aveva 80 anni); solo che in pubblico, sui social o sugli autobus, preferiscono dar voce alle loro paure.