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Dal cuore della Corte di Dresda grandi note per le liturgie natalizie

Andrea Milanesi domenica 4 dicembre 2005
La città di Dresda ha scritto uno dei capitoli più gloriosi e affascinanti della storia musicale germanica; durante il periodo "augusteo" (1694-1763), comprendente i regni di Federico Augusto I "il Forte" e del figlio Federico Augusto II, la capitale sassone ha vissuto una stagione di grande splendore che ha riguardato ogni forma espressiva e disciplina artistica, raggiungendo livelli d'eccellenza assoluta in ambito musicale grazie al valore di una "virtuosissima orchestra" che, per buona parte del XVIII secolo, ha richiamato sulle rive dell'Elba il fior fiore dei compositori del tempo, dai tedeschi Heinichen e Hasse agli italiani Lotti e Porpora. I lavori concepiti per i servizi liturgici natalizi presso la Corte di Dresda, enclave cattolica nelle protestanti terre di Germania, rappresentano un ambito privilegiato per individuare il carattere peculiare di una scuola di indiscusso riferimento per l'intero panorama musicale europeo del Settecento; i fasti e l'incanto delle composizioni che accompagnavano i momenti di attesa della vigilia e poi la celebrazione della "Missa in nocte" tornano oggi a rivivere in virtù di due distinti progetti discografici (pubblicati da Carus e distribuiti da Jupiter) che ripercorrono i diversi momenti di un lunghissimo rituale attraverso il grandioso Te Deum del maestro di cappella Johann David Heinichen e la toccante Messa per il Santissimo Natale di Giovanni Alberto Ristori (nell'interpretazione offerta dalle compagini vocali e strumentali del Körnerschner Sing-Verein e del Dresdner Instrumental-Concert diretti da Peter Kopp), ma anche lo sfarzo policorale del Te Deum del boemo Jan Dismas Zelenka e la raggiante Messa in re ancora di Heinichen (eseguiti dal Dresdner Kammerchor e Barockorchester sotto la guida di Hans-Christoph Rademann). Pagine sacre che rivelano una spiccata propensione per le grandi forme e le sontuose architetture sonore, un'inesauribile ricchezza di invenzioni melodiche e armoniche, insieme con la pulizia degli interventi solistici e la chiarezza cristallina delle trame polifoniche; ma soprattutto la piacevole sorpresa di come i tesori della musica barocca tedesca non si esauriscano solo con i capolavori più conosciuti o con i "soliti", illustri nomi di Bach, Händel e Telemann.