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Cum iubilo, nel cuore del Medioevo con la Schola gregoriana femminile

Andrea Milanesi domenica 3 ottobre 2010
In simplicitate cordis è il titolo del nuovo progetto discografico che Fulvio Rampi " direttore di cori professionisti, nonché docente di Canto gregoriano e Prepolifonia al Conservatorio di Torino e Maestro di cappella presso la Cattedrale di Cremona " ha dedicato al repertorio gregoriano (cd pubblicato e distribuito dalle Edizioni Paoline). Le parole sono tratte dalla frase iniziale " «Domine Deus, in simplicitate cordis mei, laetus obtuli universa» (Signore Dio, nella semplicità del mio cuore, lieto ti ho offerto tutto) " di un offertorio presente nel "Graduale Romanum" che rappresenta in modo emblematico la chiave di lettura artistica e spirituale che caratterizza questa antologia: sono proprio la semplicità stilistica e l'immediatezza espressiva le fondamenta di autentica fede sopra cui poggiano i pilastri portanti di questa antichissima forma di canto cristiano tramandatasi nei secoli.
Nell'esecuzione della Schola gregoriana femminile Cum iubilo, che è solita lavorare direttamente sulle fonti manoscritte d'epoca medievale, il programma offre un'ampia varietà di forme compositive e destinazioni liturgiche: aperto dalle sezioni della Missa IX Cum iubilo e chiuso dall'inno di ringraziamento del Te Deum, si articola attraverso una silloge di canti eucaristici (O salutaris hostia) e mariani (Ave Maria, Stabat mater), insieme con altri brani ordinati per i tempi "forti" di Avvento (Rorate coeli), Natale (Puer natus in Bethlehem), Quaresima (Attende Domine), Settimana Santa (Vexilla regis) e Pasqua (Salve, festa dies).
Un percorso che ci invita a capire nel profondo il senso e le radici, secondo le parole dello stesso Rampi, «di questo colossale evento ecclesiale plasmatosi nell'ombra dei secoli che noi oggi chiamiamo canto gregoriano». Di un canto che, ancor prima di essere musica, è parola di Dio e preghiera dell'uomo, spalancato verso una dimensione "altra" che si spinge ben oltre la pura e semplice (ma assolutamente necessaria) lettura ed esatta decifrazione dei neumi; una vera e propria arte della risurrezione, in grado di ridare nuovamente vita a suoni che esprimono molto più di una semplice esperienza estetica. Affinché, come auspicava San Benedetto nella sua Regola, «il nostro cuore concordi con la nostra voce».