Rubriche

Filippo Neri. Così l’allegria del Vangelo illumina gli angoli più bui della storia umana

Matteo Liut venerdì 26 maggio 2023
La fede è gioia, è il sapore dolce e allegro della vita, è il percepirsi avvolti dall’immenso amore di Dio. Non è un ingenuo buonismo quello testimoniato da san Filippo Neri, il santo della gioia, il «giullare di Dio», ma uno stato d’animo che attingeva la propria forza dalla consapevolezza che l’umanità e salva grazie al Risorto. La sua missione, infatti, prese forma concreta là dove Dio sembra assente, nelle strade di una Roma decadente e abbandonata. Ma lì lui seppe portare la luce di Cristo, con pazienza, dedizione e, soprattutto, allegria. Il suo non fu certo un percorso facile, segnato da invidie e incomprensioni, sbeffeggiamenti e burle, ma il patrimonio che ha lasciato alla Chiesa romana e a quella di tutto il mondo ha un valore inestimabile. Era nato nel 1515 a Firenze, figlio di notaio, orfano di madre a 5 anni. Venne poi avviato alla professione di commerciante, ma lui sentiva crescere la vocazione alla vita religiosa. Nel 1534 arrivò da pellegrino a Roma, che divenne il campo di un lungo apostolato soprattutto accanto ai tanti ragazzi di strada: li riusciva a coinvolgere con l’allegria, il buon umore e il messaggio positivo del Vangelo, donando loro un futuro diverso. Nel 1551 divenne prete: attorno a lui si radunò il nucleo di quella che nel 1575 divenne la Congregazione dell’Oratorio, per la quale costruì una nuova chiesa a Santa Maria in Vallicella. Morì nel 1595 ed è santo dal 1622. Altri santi. Sant’Eleuterio, papa (II sec.); san Ponziano Ngondwe, martire (1886). Letture. Romano. At 22,30;23,6-11; Sal 15; Gv 17,20-26. Ambrosiano. Ct 7,13a-d.14;8,10c-d; Sal 44 (45); Rm 8,24-27; Gv 16,5-11. Bizantino. At 27,1-28,1; Gv 17,18-26. t.me/santoavvenire