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Cosa ci attende se il futuro è transumano Renzo pegoraro

Renzo Pegoraro giovedì 16 marzo 2023
Transumanesimo: con questo termine si indica un movimento filosofico, culturale, sociologico, che auspica la possibilità di trasformare l’uomo attraverso la scienza e la tecnologia. Non si tratta del cosiddetto “potenziamento” (vedi Avvenire del 17 marzo 2022), cioè del miglioramento/aumento delle capacità umane, né della “convergenza delle nuove tecnologie emergenti” (Avvenire del 2 marzo 2023), che tendono ad avere finalità sanitarie e sociali, ma di un radicale superamento della condizione umana, verso un futuro “post-umano”. Secondo il pensiero del Transumanesimo, espresso in autori come M. More, N. Bostrom, R. Kurzweil, si vuole andare oltre i limiti e i confini dell’essere umano, specialmente della sua corporeità e intrinseca fragilità, puntando alla “perfezione”, all’immortalità. In particolare, è proprio il corpo umano che viene considerato in modo strumentale e che diventa oggetto di interventi guidati dall’intelligenza umana verso caratteristiche che superano i limiti attuali. Il tutto è affidato alla scienza e alla tecnologia, che possono manipolare ipotizzando un “nuovo essere umano” in grado di andare oltre l’attuale modo di intendere l’umano. Non si tratta di curare malattie o di rendere più efficienti certe funzioni bio-psichiche esistenti, ma di superare la stessa concezione di natura umana, della integrità psico-fisica della persona, delle peculiari relazioni affettive, sociali e ambientali dell’esistenza umana. Si favorisce così l’ibridazione uomo-macchina, per sostituire parti del nostro corpo con prodotti artificiali e avere il cosiddetto “cyborg” (parola che deriva dalla combinazione di cibernetica e organismo). Il tutto sfiora la fantascienza, esprime un approccio visionario che riflette una concezione materialistica dell’essere umano, riconducendo ogni realtà umana – anche quella mentale – alla sola dimensione fisica. Tale pensiero transumanista stravolge la tradizione antropologica di ispirazione ebraico-cristiana, solleva molte preoccupazioni e obiezioni, e sollecita a riconfermare l’identità e la consistenza storico-esistenziale della persona umana, della sua intrinseca dignità e unità di corpo e spirito. La sfida è definire princìpi etici e criteri di impegno multidisciplinare, per promuovere la pienezza di umanità, di accettazione della vulnerabilità e nello stesso tempo di crescita, cura e promozione della condizione di creature umane, a immagine e somiglianza di Dio. Cancelliere Pontificia Accademia per la Vita © riproduzione riservata