Rubriche

Corsi e ricorsi "storici" su Maurras tra cattivo gusto e cronaca di oggi

Gianni Gennari sabato 1 settembre 2018
Ieri ("Venerdì di Repubblica", pp. 94-95): «Maurras il fascino indiscreto del primo sovranista». Sommario: «Insultava ebrei e stranieri, disprezzava il parlamento… tra Otto e Novecento stregò molti francesi… E oggi ha tanti eredi inconsapevoli, non solo a destra». Si racconta Charles Maurras, fondatore dell'Action française, come «nazionalista integrale e ateo devoto, uomo identitario e xenofobo per eccellenza», che «non avrebbe mai potuto immaginare l'ondata di ritorno dei maurrasiani inconsapevoli, sovranisti duri e puri... a cominciare dal mammifero aggressivo che oggi è di stanza al Viminale... appollaiato su una ruspa con il rosario in mano». Finale aggressivo e di cattivo gusto, ma l'evocazione del personaggio mi porta ad altro, tra miei ricordi personali e un'attuale vicenda di Chiesa...
Molti anni orsono, studiando la figura e la dottrina di santa Teresa di Lisieux ho trovato decine di lettere della sorella di Teresa, madre Agnese, indirizzate proprio a Maurras, che talora le rispondeva. Lei lo chiamava Le Pélerin (il Pellegrino) e cercò per anni e anni di "convertirlo" e farlo tornare alla Chiesa, che con Pio XI aveva duramente sconfessato e scomunicato il suo movimento nazionalista: invano! Ebbene: il pensiero di quel "Pellegrino" aveva affascinato anche uomini di Chiesa tradizionalisti e in odore di antisemitismo, tra essi in particolare Louis Billot (1846-1931), gesuita e grande esperto di ecclesiologia, ispiratore di testi "antimodernisti" di san Pio X, che pubblicamente aderì al movimento.
La cosa fece clamore: Pio XI chiese a Billot di sconfessare Maurras e di fronte al suo rifiuto nel 1927 lo chiamò in udienza e quando fu in ginocchio davanti a lui gli tolse lo zucchetto cardinalizio e lo inviò in convento, fino alla morte. Oggi su tutti i giornali fa notizia un'altra "scardinalizzazione". Corsi e ricorsi...