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Contromano

Marina Corradi venerdì 12 febbraio 2021
In questi mesi in cui tanti d'improvviso se ne vanno, in casa nostra uno ha fatto la strada in senso inverso. Un bambino ci è nato, come venendo contromano, nei giorni del Covid a Milano, mentre in centinaia morivano. Il figlio maggiore ci ha telefonato che era l'ora, che le doglie erano iniziate. Ansiosa, e non fidandomi ancora a lasciarmi andare alla gioia, sono uscita e sono andata verso l'ospedale, a due passi da casa. Era tardi, nessuno in giro nella città impaurita. Ho fatto il giro dell'isolato, infantilmente guardando le fila di finestre illuminate. Pensando: quanti se ne vanno oggi, presi alla sprovvista, smarriti, mentre tu, invece, arrivi. Dal buio caldo e dolce del ventre materno è un trauma, credo, venire cacciati, mentre accelera vertiginoso nelle doglie il fedele battito, che da nove mesi ti accompagna. La luce nel primo istante acceca, la prima aria nei polmoni brucia. Forse è aspro, il sentiero che noi crediamo così lieto. Ma, bambino, tu in questo tempo di dolore procedi, che gioia, contromano. Abbiamo provato anche noi, un anno fa, ad aspettare muti fuori da una Rianimazione, e a vedere il medico uscire, grave in volto. Un'attesa può essere interminabile, oppure bellissima. Questa volta, che grazia. Questa volta, un nuovo bambino stava atterrando. In una mattina d'autunno dell'indimenticabile anno 2020, il benedetto primo pianto di un bambino contromano.