Rubriche

Congedo "lungo" di paternità, un nuovo aiuto per la famiglia

Vittorio Spinelli martedì 8 novembre 2016
Allungare a 15 giorni il congedo obbligatorio di paternità – oggi previsto per due sole giornate – e da usufruire insieme con quello della madre, è la proposta avanzata venerdì scorso dal Presidente dell'Inps a margine di un evento a Milano. Un provvedimento secondo Tito Boeri, sollecitato anche dai monitoraggi dell'Istituto di previdenza, in grado di portare l'Italia a livello degli altri paesi europei. Misura che favorirebbe, inoltre, la parità di genere nel mondo delle imprese, specie medio piccole, che oggi non sono incentivate ad assumere lavoratrici madri. Donne penalizzate anche da retribuzioni più basse in media del 15% rispetto agli uomini.
L'attuale suggerimento di Boeri ripropone, nella sostanza, un emendamento al-la legge di stabilità dello scorso anno – che trovò ampia adesione presso tutte le forze politiche – e che introduceva i 15 giorni di congedo obbligatorio, compensati con l'80% della retribuzione, come per le madri. Occasione, anche allora, per
denunciare la disparità salariale tra lavoratori e lavoratrici e per rilevare la condivisione della responsabilità genitoriale fra gli uomini e le donne.
Il vecchio emendamento è stato ripresentato (on. Di Salvo) in vista della prossima legge di bilancio, prevedendo un percorso che inizierebbe da cinque giornate di congedo obbligatorio fino a raggiungere gradualmente i quindici giorni. Continua a pesare su questa innovazione l'ostacolo della copertura finanziaria, valutabile in 50 milioni di euro, che corrispondono sostanzialmente ai contributi figurativi, quindi gratuiti, che sono necessari all'Inps e destinati a garantire la continuità assicurativa per i lavoratori, utile per l'assegno della vecchiaia. Inoltre il nuovo congedo per paternità sarebbe valutato per intero sia ai fini della carriera sia per altri elementi del rapporto di lavoro come tredice-sima, ferie ecc.
Il congedo lungo, condiviso con la madre, rappresenta una particolare opportunità di presenza e di assistenza del padre nel caso dei parti cosiddetti "fortemente prematuri", quelli che avvengano prima dei due mesi precedenti la data presunta della nascita. In queste evenienze, il decreto 80/2015 ha stabilito che la durata dell'astensione obbligatoria della madre possa superare i classici 5 mesi post partum.
Lo stesso Inps ricorda tuttavia che la normativa sui congedi per maternità non è direttamente applicabile ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Occorre attendere – come dispone la legge sulla riforma del lavoro – che il ministero per la Pubblica amministrazione provveda ad armonizzare l'intera disciplina dei congedi parentali relativa ai dipendenti pubblici.