Condivisione: una parola buona per la resilienza alla pandemia
In questo tempo in cui «numerose persone provano ciò che altri hanno sofferto per una vita: l'isolamento, la solitudine, l'incertezza, l'instabilità lavorativa, gli esiti di un'ansia cronica e dell'immobilità del corpo» il professor Astori cita due testimoni di gesti di condivisione. Una è la signora Albi, che racconta in Rete di una «gara di cucina che è stata disputata come attività di cura in una residenza terapeutica» e che ha trasformato «un campo di guerra (interiore) in un campo giochi», rivelando la formula di una «medicina straordinaria: la condivisione gioiosa!». L'altro è padre Renato Kizito Sesana, figura notissima alle cronache missionarie ( bit.ly/2VKd5S7 ): Astori lo rivede in Africa occidentale, 25 anni fa, estrarre dalla giacca un mango e prepararne succosi bocconi per i confratelli, minacciati da vicino dagli scontri tra «polizia» e «ribelli». Ecco il «profumo maturo», conclude, che «si sprigiona» quando mettiamo in comune «ciò che è davvero prezioso per noi».