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Concordia discors, volute d'organo e mistici echi di canto gregoriano

Andrea Milanesi domenica 3 febbraio 2008
«Echi gregoriani nella musica d'organo» è l'eloquente e suggestivo sottotitolo del doppio cd Concordia discors (pubblicato da Bottega Discantica e distribuito da Ducale), progetto discografico di altissimo profilo che, all'interno di un variopinto e affascinante programma, avvicina la più antica e solenne tra le forme di preghiera musicale, il canto gregoriano, al sovrano degli strumenti, l'organo, "voce" senza tempo di pievi e cattedrali, ma anche "orchestra" in miniatura che da sempre accompagna le assemblee dei fedeli durante le funzioni liturgiche.
Il centro gravitazionale di questo disco va individuato nella tensione ideale con cui musica e spirito entrano in contatto e insieme concorrono alla ricerca di un punto di incontro risolutivo: nell'evidente tentativo di riaffermare quei nessi costitutivi dell'individuo attraverso i quali l'espressione artistica più profonda diventa autentica esperienza mistica.
Su queste tracce si sono dunque mossi l'ensemble vocale Officium Consort " diretto da Danilo Zeni " e l'organista Francesco Finotti, esecutore sensibile e raffinato che fa risuonare "in alternatim" ad alcuni inni del repertorio gregoriano le relative composizioni per tastiera "a tema", come le parafrasi e le elaborazioni del sommo Johann Sebastian Bach (la Passacaglia e Fuga BWV 582 e il corale Komm, Gott, Schöpfer, Heiliger Geist BWV 667), gli adattamenti di Franz Liszt (Lux aeterna e Les Morts), le opere di Marcel Dupré (lo straniante Pange lingua) e quelle di Erik Satie (il "Kyrie" dalla Messe des Pauvres), i brani di Jean Langlais (Mors et resurrectio) e quelli del grande Olivier Messiaen (la visionaria Apparition de l'Église Éternelle).
Echi, spunti, evocazioni, rimandi e fonti di ispirazione che s'intrecciano tra loro in un abbraccio che ripercorre secoli di storia e che sembra riagganciare alla chiesa ciò che illustri interpretazioni estetizzanti e incisioni discografiche patinate ci hanno da tempo abituato a sentire staccato; e il "canto" dell'organo, possente cassa di risonanza di istanze creative sperimentali e di struggenti tensioni spirituali, trova il suo contrappunto ideale nel "suono" offerto dalle severe intonazioni gregoriane, strumento privilegiato con cui l'uomo innalza le proprie lodi a Dio.