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Con la teologia si riduce l'Irpef

Vittorio Spinelli giovedì 13 giugno 2013
Èindirizzata agli studenti di teologia, religiosi e laici, una recente nota dell'Agenzia delle Entrate in merito alla detrazione dall'Irpef delle spese per l'iscrizione e la frequenza al relativo corso di laurea. Il dubbio dei contribuenti, interessati a questa "voce" della dichiarazione dei redditi, nasce dal fatto che il Testo unico delle imposte sul reddito riconosce in forma generica una detrazione per le spese sostenute per la frequenza di corsi universitari, in misura non superiore a quella stabilita per le tasse e i contributi degli istituti statali.I corsi di laurea in teologia – riporta l'Agenzia nella circolare 13/E del 9 maggio scorso – sono tenuti esclusivamente presso le università pontificie che rilasciano i corrispondenti titoli accademici. Nel contesto degli accordi stipulati tra la Santa Sede e lo Stato italiano (Dpr 174/95), i titoli di Licenza in Teologia sono riconosciuti come diploma universitario e come diploma di laurea dell'ordinamento universitario italiano. Oltre questi, lo Stato italiano riconosce tutti i titoli accademici rilasciati dalle università pontificie, quali università straniere (Dpr189/2009). Il costo per il conseguimento dei titoli accademici stranieri è già detraibile in misura non superiore a quella stabilita per le tasse e i contributi versati per gli analoghi titoli conseguiti presso le università statali italiane. Ne consegue – conclude la nota dell'Agenzia – che le spese sostenute per la frequenza di corsi di laurea in teologia sono detraibili nella stessa misura stabilita per corsi di laurea a indirizzo umanistico tenuti presso l'università statale italiana più vicina al domicilio fiscale del contribuente. Vanno considerati i corsi a indirizzo umanistico che, per materie trattate e per contenuto del piano formativo, presentano le maggiori analogie con il corso di laurea in teologia. Tuttavia mentre non vi sono limiti di spesa per frequentare i corsi universitari presso le istituzioni accademiche, il fisco riduce la detrazione, anche per la licenza in Teologia, al 19% dei costi effettivamente sostenuti e documentati.Riscatti Inps. In ambito Inps, gli anni del corso di teologia e di altre discipline ecclesiastiche possono essere riscattati (fino a 120 rate mensili e senza interessi) per maturare il diritto e la misura della pensione nell'assicurazione generale obbligatoria, riservata ai lavoratori dipendenti, agli autonomi e ai parasubordinati. Il Dpr 341/1990, regolando i riscatti per ogni genere di diploma (per ricerca, specializzazione, laurea e "diploma universitario") ammette anche il riscatto del diploma in scienze religiose. Il calcolo degli oneri dei riscatti di laurea avviene seguendo il sistema contributivo, ed i relativi versamenti sono integralmente deducibili nella dichiarazione dei redditi.Dall'Inps silenzio, per ora, sui relativi riscatti nel Fondo di previdenza per il clero, a causa anche di sporadiche richieste da parte degli iscritti.