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Come se nulla fosse mai accaduto

Alfonso Berardinelli venerdì 25 febbraio 2022
Chi perde il suo rapporto con la realtà, chi ha perduto il senso di realtà, quando la incontra la evita fobicamente o sadicamente la distrugge. Le nostre società si sono velocemente trasformate e con esse si è trasformata la struttura psichica e mentale degli individui. Lo si vede nelle generazioni più giovani, che ormai si estendono dall'adolescenza ai quarant'anni. Non si cresce, non si matura se non raramente e con aumentata difficoltà. L'idea stessa di crescere e maturare non è più capita. Lo dimostra anche la produzione artistica e letteraria. È risaputo che la “personalità di artista” è caratterizzata dalla comunicazione mai interrotta del tutto con la propria infanzia e adolescenza: ma l'artista la conserva per superarla con l'autodisciplina. Il nostro problema culturale è oggi capire che quello che succede nel mondo, la stessa realtà fisica che ci siamo costruiti addosso e in cui viviamo è la proiezione all'esterno di ciò che abbiamo dentro. Il mondo è inquinato e intossicato di sostanze di scarto e di spreco perché la nostra testa è ingombra di contenuti mentali di spreco e di scarto. C'è bisogno di un'ecologia della mente prima ancora che del modo di vivere. Siamo ossessionati dalla bellezza e salute del corpo e intanto la mente la esponiamo a ogni insana e deformante intossicazione. Anche la liberazione degli istinti più assurdi e banali viene giudicata un diritto. Si parla di formazione, educazione, cultura. Eppure questi termini non sono quasi più oggetto di considerazione critica. Che cos'è per noi cultura? È un'entità burocratica o mercantile, l'etichetta di un valore che non riusciamo più a definire. Crediamo ancora di venire dalla sapienza greca, dal Medioevo latino e cristiano, dall'umanesimo e dal Rinascimento, dalla razionalità illuministica e dalla profondità romantica. Ma questa eredità l'abbiamo sperperata, svuotata, mortificata con perversi cerimoniali retorici o ribellistici. Nel mondo si continuano a inseguire progetti di politica di potenza, assurdamente sproporzionati rispetto al potenziale bellico che abbiamo accumulato e che basterebbe a distruggere la vita sulla Terra. Non esistono più culture politiche capaci di impegnarsi efficacemente al di qua e al di là della logica sociale abitudinaria che ci ipnotizza. E neppure la pandemia ci ha insegnato qualcosa. Quello che si sogna è tornare alla “normalità” di prima, come se niente fosse mai accaduto.