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Come riuscire a salvarsi dalle truffe sui cellulari

Gigio Rancilio venerdì 7 giugno 2019

Quando pensiamo alle truffe nel mondo digitale ci vengono in mente i grandi casi. Quelli che hanno numeri da capogiro. E che colpiscono banche, aziende e persone fisiche in mille modi. Dal furto di dati alle e-mail ingannevoli, dalle sottrazioni di password e pin di carte di credito all'Iban dei conti bancari fino ai malware che bloccano il vostro computer e non lo liberano se non pagate un riscatto. È una piaga che cresce ogni giorno e che annovera anche vere e proprie operazioni criminali in grande stile, degne di certi film kolossal americani.
Eppure non sono le uniche truffe che infestano la nostra vita. Non c'è giorno infatti che qualcuno di noi o un nostro conoscente non rimanga vittima di una «piccola» quanto fastidiosa truffa telefonica. Basta navigare sul web col cellulare, fare un gioco online o anche solo un test per ritrovarsi al termine "magicamente" abbonati a servizi non richiesti, solitamente da 4,99 euro la settimana. Cifre non enormi ma che moltiplicate per tutti gli utenti della telefonia mobile generano un business (e un danno) enorme. E che se non scoperte possono farci perdere un bel po' di euro.
Tutte le compagnie telefoniche hanno accordi commerciali con società che offrono i cosiddetti «Servizi a valore aggiunto» o «Sms Premium», permettendo di addebitarne i costi direttamente sul credito telefonico dell'abbonato. In sé non c'è nulla di illegale. Anche se in cambio dei nostri soldi di solito ci danno in cambio cose minime come suonerie, loghi, sfondi per lo schermo, videogiochi banali, sedicenti servizi di notizie o servizi di chat.
Se vi trovate all'improvviso abbonati a uno di questi servizi perché ricevete un messaggio sms che ne annuncia l'attivazione, non chiamate il numero che compare nel testo. Rischiereste di pagare altri euro in una telefonata a pagamento. Rivolgetevi invece al call center della vostra compagnia telefonica. Anche se dovessero trattarvi come "colpevoli" (per la serie: «signora, ma è lei che ha cliccato sull'abbonamento») non fatevi intimorire. I gestori telefonici sanno bene che questi sedicenti servizi vengono spesso avviati anche senza l'obbligatoria notifica di attivazione. E per questo hanno attuato procedure di blocco dei servizi a sovrapprezzo, oltre al rimborso di quanto pagato dall'utente (almeno negli ultimi tempi).
Per disattivare questi servizi non richiesti attraverso le procedure di «barring» (significa letteralmente «sbarramento») del vostro operatore telefonico potete farlo anche da soli attraverso le app (come MyTim, MyVodafone eccetera) create dalle compagnie per i clienti registrati.
Tenete comunque presente che la richiesta di un «Sms barring» totale (cioè di «sbarramento» di tutti gli sms di aziende) anche se vi evita nuove spiacevoli sorprese, blocca anche tutta la messaggistica dei servizi digitali, quindi anche le eventuali notifiche relative alla vostra carta di credito o della vostra banca. Comprese quelle che avvertono di movimenti sospetti.
A volte sono invece le compagnie telefoniche a mettersi di traverso davanti alle vostre richieste di rimborso dei servizi già pagati ma mai attivati esplicitamente. Non scoraggiatevi. Se vi rifiutano il rimborso potete ricorrere gratis al Corecom, «un organismo pubblico di conciliazione fra clienti e operatori telefonici (e non solo) imposto dalla legge per evitare in tutti i modi di andare in Tribunale».
Ne esistono diversi, dislocati in diverse Regioni. Trovate tutti gli indirizzi e i recapiti telefonici e mail a questo indirizzo web.
Infine, due ultimi consigli. Anche dopo la disattivazione del servizio che non avevate richiesto controllate attraverso la app del vostro gestore telefonico che sia davvero andata a buon fine. E ricordatevi di controllare periodicamente che non ci siano nuove sorprese. Una delle cose fondamentali per essere rimborsati infatti è che il reclamo avvenga in brevissimo tempo dall'attivazione (non voluta) del servizio.