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Pietro Canisio. Coerenza e misericordia nel dialogo rendono autentica la testimonianza

Matteo Liut mercoledì 21 dicembre 2022
Non teme la diversità che nel proprio cuore coltiva con umiltà la verità e vive con gioiosa trasparenza il proprio credo. Per i discepoli del Risorto, infatti, rigore e misericordia, verità e amore sono dimensioni che non si escludono e, anzi, fanno parte dell’autentica testimonianza del Vangelo. I cristiani, insomma, sanno “comporre armoniosamente la fedeltà ai principi dogmatici con il rispetto dovuto a ogni persona”. Lo ricorda l’eredità di san Pietro Canisio, che fu l’ottavo membro a unirsi alla Compagni di Gesù fondata da sant’Ignazio di Loyola. Benedetto XVI dedicò a Canisio l’udienza generale del 9 febbraio 2011, quando il Pontefice ripercorse gli sforzi di questo santo per rivitalizzare la fede cattolica in una Germania in cui andava diffondendosi la Riforma luterana. Era nato nel 1521 a Nimega e aveva studiato diritto canonico a Lovanio e diritto civile a Colonia, dove divenne prete nel 1546. In questa città lesse gli Esercizi spirituali di sant’Ignazio, avvicinandosi al suo carisma. Prima tappa del suo ministero fu la Baviera, lasciando un segno profondo: tutto, sottolineava Ratzinger, gli fu possibile solo grazie alla profonda amicizia personale con Gesù. Morì a Friburgo nel 1597 ed è dottore della Chiesa. Altri santi. San Michea, profeta (VIII sec.); beato Domenico Spadafora da Randazzo, domenicano (1450-1521). Letture. Romano. Cant 2,8-14; Sal 32; Lc 1,39-45. Ambrosiano. IV feria prenatalizia “dell’Accolto”. Rt 2,19-3,4a; Sal 17 (18); Est 7,1-6; 8,1-2. Lc 1, 57-66. Bizantino. Eb 5,11-6,8; Mc 10,11-16. t.me/santoavvenire