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Giovanni Cacciafronte de Sordi. Coerenza e fedeltà nel nome del Vangelo

Matteo Liut mercoledì 16 marzo 2016
La coerenza e la fedeltà rappresentano in ogni tempo valori preziosi e assumono un carattere profetico se vissuti nel nome del Vangelo e in piena unità con l'intera comunità dei credenti. Lo testimonia la storia del vescovo beato Giovanni Cacciafronte de Sordi, vissuto al tempo dell'aspra lotta di Federico Barbarossa contro il Papato e i Comuni italiani. Una battaglia che entrò nel profondo anche nella vita della Chiesa portando all'elezione di un antipapa. Giovanni, nato a Cremona nel 1125 e divenuto monaco, indicò alla propria città, di cui poi fu vescovo, l'importanza della fedeltà al Papa e per questo fu esiliato dall'imperatore. Nel 1179 fu inviato come vescovo a Vicenza. Ma qui, appena due anni dopo, venne ucciso da un feudatario che era stato scomunicato per aver abusato dei beni messigli a disposizione dalla Chiesa.Altri santi. Santi Ilario e Taziano, martiri (III sec.); san Giovanni de Brebeuf, martire (1593-1649).Letture. Dn 3,14-20.46-50.91-92.95; Dn 3,52-56; Gv 8,31-42.Ambrosiano. Gen 49,1-28; Sal 118, 137-144; Pr 30,1a.2-9; Lc 18,31-34.