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Cirillo di Gerusalemme. Curò la formazione dei «nuovi cristiani»

Matteo Liut venerdì 18 marzo 2022
Conoscere la fede, entrare nel mistero di Cristo morto e risorto, testimoniare con la propria vita il Vangelo: per fare questo ogni cristiano ha bisogno di essere formato da buoni maestri. Lo comprese bene san Cirillo di Gerusalemme, vescovo e dottore della Chiesa, che prese particolarmente a cuore l'accompagnamento dei catecumeni. Anche se il suo episcopato fu segnato dall'aspro dibattito cristologico del IV secolo, egli si preoccupò prima di tutto di preparare come si deve coloro che si avvicinavano ai sacramenti dell'iniziazione. Era nato attorno al 315, prete nel 345, venne scelto come vescovo di Gerusalemme nel 348. Nel 357, però, fu allontanato dal vescovo Acacio di Cesarea di Palestina, che aveva una posizione più vicina agli ariani (i quali negavano a Gesù uguale divinità del Padre). Per due volte Cirillo riuscì a essere riabilitato e a tornare a Gerusalemme, ma per due volte ancora Acacio lo rimandò in esilio. Alla fine Cirillo ritornò definitivamente in carica nel 378 e nel 381 partecipò al secondo Concilio di Costantinopoli. Morì nel 387; le sue «Catechesi» sono giunte fino a noi.
Altri santi. Sant'Anselmo II di Lucca (o da Baggio), vescovo (1040-1086); san Salvatore da Horta, professo (1520-1567).
Letture. Romano. Gen 37,3-4.12-13.17-28; Sal 104; Mt 21,33-43.45.
Ambrosiano. Aliturgico.
Bizantino. Gen 8,4-21; Pr 10,31-11,12.