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Cinghiali, problema non solo agricolo

Andrea Zaghi domenica 11 ottobre 2020
Più cinghiali che coltivatori. L'agricoltura italiana nel 2020 è anche questo: il campo di battaglia tra agricoltori e, appunto, cinghiali cioè i rappresentanti più pericolosi e numerosi della schiera di animali selvatici che popolano le campagne d'Italia. Anzi di più, perché questi animali dai campi si spostano ormai con grande facilità nelle città - è accaduto a Milano e a Torino recentemente - senza dire delle serie impressionante di incidenti stradali (anche mortali) che hanno come causa lo scontro tra auto ed esemplari di notevoli dimensioni che circolano sulla statali italiane. E non si tratta solo di sicurezza (che già ve ne sarebbe abbastanza), ma anche di economia: la presenza di cinghiali nelle campagne, è stato calcolato qualche mese fa, determina perdite di produzione che ormai valgono qualcosa come 200 milioni anno.
Coldiretti nell'ennesima nota sull'argomento scrive: «Gli animali selvatici distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati e causano incidenti stradali con danni stimati in varie centinaia di milioni di euro nell'ultimo decennio, senza contare i casi in cui ci sono state purtroppo anche vittime».
Non solo risarcimenti quindi, ma anche sicurezza. Tanto che i coltivatori diretti pensano ormai (da tempo a dire la verità), ad una sorta di "piano straordinario" per garantire la sicurezza nelle città e nelle campagne. Un'idea che aveva raccolto adesioni non solo di parte agricola ma anche dei sindacati dei lavoratori così come di molti ambientalisti. Perché, alla fine dei conti, troppi animali selvatici e predatori come i cinghiali, fanno male a tutti. Anche all'ambiente. Cosa fare dunque? Per i coltivatori e non solo per loro, occorre andare "oltre la caccia" creando interventi di vario genere per contenere la presenza di questi animali (così come di altri). Si pensa, per esempio, ad azioni di riequilibrio ambientale attraverso concorrenti naturali delle specie più invasive e pericolose. Serve anche una semplificazione delle procedure che possono permettere alle diverse amministrazioni regionali di progettare e realizzare piani di contenimento specifici per le zone nelle quali questi animali sono più presenti. Processo lungo, comunque, che deve fare i conti con l'immediatezza dei rischi e dei danni ai raccolti.
Questione, quella dei cinghiali quasi ovunque, che deve però essere affrontata e risolta. Ne vanno della sicurezza delle persone in campagna così come in città, ma anche dell'equilibrio ambientale ed economico della nostra produzione agroalimentare.