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Ciclismo in tv: il Tour inedito scorre bene

Andrea Fagioli martedì 1 settembre 2020
Ciclismo e televisione: un binomio che funziona. Lo abbiamo detto più volte. Quello delle due ruote è uno sport che si presta a essere raccontato dalla telecamere, grazie soprattutto alle riprese dalle moto, che ti portano nel vivo della competizione, o all'elicottero, che ti offre un punto di vista improbabile. Per cui, per gli appassionati, per coloro che hanno tempo e modo nel pomeriggio di seguire in tv le grandi corse a tappe, è stata una primavera-estate di sofferenza in attesa di ripartire con un Tour de France inedito (in diretta in questi giorni su Rai 2 ed Eurosport), fuori stagione, con l'incertezza che possa arrivare alla tradizionale conclusione parigina. La Francia sta infatti rischiando un nuovo lockdown. Speriamo di no. E non solo per il ciclismo. Intanto godiamoci queste prime tappe come segno di ripresa e conferma del binomio di cui sopra. Ad esempio, l'esordio con la Nizza-Nizza, sulla carta poco più che una passeggiata, si è trasformato in un incubo con cadute a ripetizione causa pioggia e asfalto viscido. Le telecamere hanno documentato tutto, trasmettendo emozioni forti, che nessuno si augura comunque di rivivere, anche perché la tv le emozioni le trasmette anche in condizioni meteo ottimali se la tappa si presenta spettacolare come domenica scorsa, con continui saliscendi, oltre al supporto della narrazione, quella di telecronisti e commentatori, favorita dai tempi lunghi. Un'arte in cui si sta distinguendo il trio Rai composto da Francesco Pancani, Marco Saligari e Fabio Genovesi. La professionalità di Pancani è fuori discussione e ci fa piacere sia tornato a condurre le telecronache dopo la parentesi in moto. Saligari, ex ciclista, deve migliorare nel commento tecnico, ma a livello di battute va già bene. Mentre il coinvolgimento di Genovesi si conferma mossa azzeccate in quanto lo scrittore toscano, con entusiasmo fanciullesco, vive e segue la corsa raccontando con arguzia episodi storici e aneddoti. La capacità narrativa gli deriva dalla sua invidiabile scrittura. Ne è prova il suo ultimo romanzo, Cadrò, sognando di volare (Mondadori), in cui racconta anche della sua passione per il ciclismo e per Marco Pantani le cui gesta vengono rievocate in modo epico.