Rubriche

Cibo e vino, ricchezza dell'Italia che vale

Andrea Zaghi domenica 25 agosto 2019
L'Italia (anche quella agricola) è sempre più apprezzata nel mondo e sempre meno (pare) dagli italiani. Tanto che spesso sono gli altri che ci ricordano la gran fortuna che abbiamo: vivere nel paese più bello che ci sia. Vale per l'arte e il paesaggio e anche per l'agroalimentare. L'ultimo esempio in questo senso, arriva da Forbes che ha indicato Asti e l'Astigiano (in Piemonte), come i luoghi perfetti in cui recarsi per un viaggio a settembre, per assaporare pienamente i colori e le atmosfere dell'autunno. Apparentemente si tratta del solito consiglio fra il costume e il buon vivere, costruito sulla base delle ultime tendenze in fatto di bon ton e salutistiche. Ed è ovvio: si può anche non essere d'accordo con la più nota rivista americana di economia e finanza. Ma c'è anche dell'altro. Concretamente, quanto stabilito da Forbes mette in luce qualcosa che ha anche un grande valore economico oltre che in termini di occupazione. Nell'Astigiano e sulle colline del Monferrato, area vitivinicola che dal 2014 è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, vengono prodotti vini Docg conosciuti e amati in tutto il mondo. Mentre Canelli viene considerata la patria dello spumante: qui a metà Ottocento venne realizzata la prima produzione delle bollicine dolci più famose al mondo, in grado di trainare ancora oggi l'export enoico della Penisola. L'Astigiano è in altre parole l'immagine di un'Italia che vince e che viene apprezzata (anche se proprio in quell'area non mancano esempi di una forte crisi industriale). Soprattutto si tratta della sintesi di un lavoro e di un territorio che valgono miliardi di euro e che appaiono però quasi come astronavi di marziani collocate in un'Italia alle prese con la crisi della politica e delle istituzioni, con l'incertezza del futuro, il pantano del presente, i fantasmi del passato, le minacce dell'oggi, gli incubi sul domani, le brutture ambientali, gli scempi del territorio, il disamore per le cose di casa nostra. Eppure quello di Asti – definita «the sparkling wine town in Italy» –, non è che un esempio (importante) del significato complesso e articolato di quanto proprio un territorio italiano (fatto non solo di natura ma anche e soprattutto di persone), può costruire nel tempo in termini di benessere, lavoro, ambiente, arte e cultura. Un esempio, come si è detto, perché lungo lo Stivale territori di questo genere ve ne sono innumerevoli, e tutti apprezzabili. Certo, tutto questo non vale per cancellare i mille problemi che ci assillano. Ma vale molto in ogni caso.