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Chiambretti e #CR4, che confusione

Andrea Fagioli venerdì 29 novembre 2019
Pochi come Piero Chiambretti sono capaci di tenere la scena, di infilare una battuta dietro l'altra, sia pure di buono e di cattivo gusto, garbata e volgare. Che sia un intelligente e autoironico uomo di spettacolo è fuori discussione. Il suo vero problema è la commistione, l'accozzaglia di temi, situazioni e personaggi con cui riempie i suoi programmi. Il #CR4 - La repubblica delle donne, appena ripartito con la seconda edizione il mercoledì alle 21,25 su Rete 4, ne è un esempio, per di più abbondante, viste le oltre tre ore di durata. Chiambretti insiste a definirlo «un programma leggero, ma non stupido». Potrebbe anche essere così, almeno in parte, se non fosse per quel miscuglio di cui dicevamo, a partire dalle ospiti fisse, “Le ministre”, tra cui, accanto a Iva Zanicchi e altre, compare quella che il conduttore definisce “arcidiacona”, ovvero Maria Vittoria Longhitano, che sarebbe una donna prete della Chiesa episcopale di cui, se non abbiamo capito male, sta per uscire un suo libro sulla «sessualità non compensionale», che onestamente non sappiamo cosa sia e nemmeno Wikipedia ci viene in aiuto. Tra gli ospiti fissi anche Cristiano Malgioglio in versione uccello in gabbia, comprensibilmente ancora una volta prigioniero del suo stucchevole personaggio che procede a doppi sensi. Sulla stessa scia una carrellata di figure più o meno ambigue, a partire dal cromatologo Ubaldo a Drusilla Foer (all'anagrafe Gianluca Gori). Ma anche Alfonso Signorini ci mette del suo nel gioco dell'ambiguità fino a confessare che lui, dichiaratamente omosessuale, è appena stato con una donna. A livello di commistione, però, il punto più discutibile si è toccato con l'intervista alle ultraottantenni Gemelle Kessler, con la quale anche Chiambretti, un po' come tutti i suoi colleghi, pesca nella vecchia tv per un'operazione nostalgia cara a un pubblico sempre più anziano. Con le famose ballerine tedesche, il conduttore ha parlato di temi frivoli, di gossip, inserendo a un certo punto il tema della morte e dell'eutanasia come se niente fosse. Ovviamente, e non era difficile prevederlo, le Kessler si sono dette favorevoli all'eutanasia e pronte a decidere l'una per l'altra. Nel guazzabuglio il messaggio passa.