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Che spettacolo il ciclismo in Tv

Andrea Fagioli domenica 14 maggio 2023
Lo diciamo da tempo: il ciclismo è lo sport più televisivo che ci sia. Dal vivo il ciclismo è bello, ma si risolve nell’emozione di un attimo (che in molti adesso sprecano per una ripresa con il telefonino). In tv, invece, di una tappa come quelle attuali del Giro d’Italia si riescono a seguire tutti gli attimi grazie alle riprese dall’elicottero (punto di vista inedito per tutti), ma soprattutto dalle moto, che ti portano nel vivo della competizione, in mezzo al gruppo, spesso e volentieri anche in mezzo (purtroppo) alle tante cadute che stanno caratterizzando anche questa prima settimana della corsa in rosa. E poi, come detto anche questo altre volte, a favore del ciclismo c’è la narrazione. Tra gli sport è quello più epico. Quando, ovviamente, non è rovinato dal doping. La narrazione è un elemento fondamentale nel caso di dirette lunghissime come quelle che propongono Rai ed Eurosport in questo momento con il Giro d’Italia le cui tappe vengono seguite per intero. Determinante in questo caso il ruolo del conduttore per il quale sul fronte Rai continua a distinguersi Francesco Pancani, uno dei migliori di sempre. Accanto a lui è impossibile non citare lo scrittore Fabio Genovesi con le sue pillole culturali tra storia e tradizioni popolari che ci raccontano l’Italia chilometro dopo chilometro al passo con ciclisti capaci realmente di imprese epiche come quella di venerdì in vetta al Gran Sasso con il trionfo del trentino Davide Bais dopo una fuga definita «d’altri tempi» (che poi è un controsenso in quanto evidentemente avvengono ancora). Ma non è questo quello che conta. Conta che sia andata a buon fine. Cosa che raramente succede soprattutto se nel finale c’è una salita come quella di Campo Imperatore e se fra i tre impavidi in fuga sin dall’inizio c’è un ciclista che ci prova spesso senza mai (finora) aver vinto una tappa. © riproduzione riservata