Che fatica può essere deglutire cibo e acqua
Ma in realtà la temperatura non c'entrava niente. E all'inizio di luglio le cose sono andate via via peggiorando, tanto che quasi non riuscivo neanche più a bere. Non parliamo di ingoiare cose solide, medicine comprese. «Ecco, mi sa che sei arrivato al capolinea», mi dicevo un po' demoralizzato mentre andavo avanti a pappette liquide e frullati, le sole cose che riuscissi a mandare giù, e pure a fatica. Poi, ancora una volta senza preavviso, le cose sono piano piano tornate alla normalità. Parlo della mia "normalità", ovviamente. O quasi. E alla fine agosto quell'incubo vissuto solo poco prima era già un ricordo lontano. Riuscivo di nuovo a ingoiare quasi come prima, a bere e a mangiare quasi come prima. Troppi quasi? Forse, ma obbligati. Perché che fossi peggiorato era indubbio, e non è solo per eccesso di precauzione che la mia dieta è diventata un po' più attenta: bocconi più piccoli, cibi più "soffici" e meno – molto meno – impegnativi dal punto di vista della masticazione, così da eliminare anche quella fastidiosissima e pericolosa tossetta che di quando in quando mi prende quando mangio, stuzzicata magari da qualcosa che mi raschia in gola (in realtà, come ho imparato, non si tratta di tosse vera e propria, ma di cloni dei muscoli della gola, movimenti automatici che, come per gambe e braccia, partono da soli per una posizione scomoda, o uno sforzo, una sollecitazione). Adesso mi sento molto meglio. Ripeto, nel complesso rispetto a cinque o sei mesi fa sto peggio, sì, ma poi neanche troppo. Le gambe sono più deboli, la testa ciondola in modo più vistoso, ma ancora tengo. Fino a quando non lo so, ma tengo.
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