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Che cosa insegnano i testi poetici? Una conoscenza che cambia la mente

Alfonso Berardinelli sabato 28 giugno 2008
Con il titolo «Che ne sanno i poeti?» la rivista "Atelier" (n. 50, giugno 2008) affronta un argomento di non poco interesse: il rapporto fra poesia e conoscenza. L'epigrafe del fascicolo è una frase di Mario Luzi: «ma più che vivere, devi anche conoscere». E Giovanni Tuzet, annunciando nell'editoriale che la discussione continuerà nei prossimi numeri, formula così il problema: «Spesso i poeti hanno l'aria di chi sa certe cose, magari non molte ma importanti (") Fate questa prova. Leggete una poesia e chiedetevi che cosa vi insegni. Avete imparato qualcosa dai suoi versi? Se no, è una poesia da buttare. Se sì, che conoscenza vi ha trasmesso? (") In che senso la poesia potrebbe costituire una forma di conoscenza?». Aggiunge Tuzet che le dimensioni conoscitive che i poeti possono esplorare sono almeno tre: la dimensione realistica e storica, la dimensione umanista o psicologica e morale, la dimensione metafisica o spirituale e religiosa.
Non posso riassumere in poche righe le molte cose che i venti autori di questo numero hanno da dire su poesia e conoscenza. Provo a fare un telegrafico bilancio delle mie opinioni elementari in proposito. 1) Meglio evitare le definizioni filosofiche e teoriche di poesia e constatare invece di volta in volta che cosa (conoscitivamente) avviene in particolari testi poetici (l'epica e il dramma in versi non vanno messi però sullo stesso piano della lirica). 2) È bene ricordare che anche le forme di conoscenza sono tanto varie quanto gli oggetti, gli scopi e le circostanze della conoscenza: L'infinito di Leopardi conosce una cosa, I fondamenti della teoria della relatività generale di Einstein ne conoscono un'altra. 3) Ci sono poesie che si propongono di conoscere qualcosa e altre che allargano le nostre facoltà conoscitive. 4) In poesia la verità passa attraverso l'illusione senza cancellarla e riproduce un'esperienza vissuta. Ogni poesia infine cambia la forma della nostra mente e questo prelude a conoscenze ulteriori.