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Charles de Foucauld. L'apostolo dei Tuareg diventato "fratello universale"

Matteo Liut domenica 1 dicembre 2019
Quando attraversiamo i nostri personali “deserti” sentiamo tutti il bisogno di incontrare un “fratello universale” che ci accolga, che lenisca la nostra sete di senso e di speranza. Era questo ciò che il beato Charles de Foucauld offriva a quanti incontrava nel Sahara tra Algeria e Marocco, presentandosi a tutti proprio come un “fratello universale”. Era nato a Strasburgo il 15 settembre 1858 e in gioventù aveva vissuto un'esistenza senza un credo e senza regole. Aveva poi cercato di intraprendere la carriera militare ma fu congedato con disonore. Decise di darsi alle esplorazioni geografiche in Marocco, ma, una volta rientrato in patria, si avvicinò al cristianesimo e nel 1886 si convertì. Ebbe una prima esperienza tra i monaci trappisti, ma dopo alcuni anni lasciò la comunità per recarsi in Terra Santa. Ordinato sacerdote nel 1901 decise di stabilirsi in Africa, nel deserto, da apostolo tra i Tuareg, accogliendo chiunque passasse da lì. Morì nel 1916.
Altri santi. San Castriziano di Milano, vescovo (III sec.); beato Antonio Bonfadini da Ferrara, sacerdote (1400-1482). Letture. Is 2,1-5; Sal 121; Rm 13,11-14; Mt 24,37-44. Ambrosiano. Is 35,1-10; Sal 84 (85); Rm 11,25-36; Mt 11,2-15.