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Certi «media» passano il buon gusto e la misura

Pier Giorgio Liverani domenica 11 giugno 2017
«Renzi si impicca al Trentino», annunciava venerdì, nel titolo di prima pagina, Il Fatto Quotidiano per l'esito della votazione alla Camera. In terza pagina, però, si cambiava interpretazione con un altro titolone: «Matteo rotola giù dal Colle: niente decreto sul voto». Dopo questi annunci sembra logico che Il Giornale concluda «Il Pd è morto». Qualche settimana fa Il Fatto stesso aveva dedicato una pagina alla «Cei [che] scomunica i giudici», perché «dettano i tempi alla politica». Questo per l'Italia. Invece «contro le politiche Usa», annunciava la «Chiamata alle armi della Chiesa».
Forse per questo Panorama descriveva già la «Guerra tra cardinali sui conti del Vaticano». Anche i pentastellati hanno avuto la loro parte: secondo Il Giornale «Il Vaticano scomunica Grillo», imponendogli «Giù le mani da san Francesco» mentre, secondo Libero, Grillo «si è beccato il vaffa della Chiesa». Va ricordato anche il Corriere della Sera per una sua uscita in un politichese-ecclesialese sufficientemente criptico: «I Dp di fronte al Pd: il battesimo speculare con "La locomotiva" cantata da Rossi-Guccini».
Ma quello che si direbbe un colmo è ancora del Corriere, sul quale l'ex ambasciatore Sergio Romano, in vista del centenario della rivoluzione russa, presenta un libro di Marcello Flores D'Arcais definendolo «Il Vangelo secondo Lenin» e parla del bolscevismo come «di una religione messianica», dei primi seguaci («gli apostoli»), del «costruttore della chiesa» (Stalin) e infine di «una legione di monaci combattenti, pronti al martirio». Per fortuna Il Foglio, che è giornale pacato e, di solito, fa i titoli sottovoce, ha usato un linguaggio pacifico. Si tratta di un vecchio commento che riguardava il Festival di Sanremo e voleva essere di caldo complimento a Maria De Filippi, co-conduttrice dello spettacolo: un'intera pagina del Foglio aveva per titolo «Assunzione di Maria in Cielo». Il sacro che diventa volgare, la misura che diventa smisurata e offensiva. Ed è importante sapere, a questo punto, che secondo Libero, «il turpiloquio fa bene alla salute» (titolo del 17 maggio scorso).
Ci sono poi le nuove bibbie: sul Giornale «La Bibbia delle serie», con tutte le fiction tv degli ultimi 25 anni. E su la Repubblica «La Bibbia del capitalismo» comprata da un miliardario cinese ed è la più importante rivista di economia e finanza, che contiene la classifica dei più miliardari capitalisti del mondo dal 1917. C'è davvero da chiedersi quale lingua si parli nel mondo dei "media", tenendo conto che questo nome collettivo è una traduzione imprecisa. A metà del secolo scorso fu importato nell'inglese britannico e in quello americano e usato dallo studioso Herbert Marshall McLuhan. Nel suo trasloco, però, passò dall'originale latino "media" (plurale di "medium") all'angloamericano, estendendo il significato e cambiando la pronuncia: cioè da "medio" (che sta nel mezzo) a "media", cioè "mezzi" (strumento) di comunicazione (pronuncia "midia").