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Casalinghe, pensioni da costruire

Vittorio Spinelli martedì 27 gennaio 2009
Una voce a favore degli 8 milioni di casalinghe che sopportano le fatiche e le preoccupazioni per l'andamento della famiglia. È la proposta di una vera retribuzione per il lavoro domestico, avanzata della Santa Sede tramite il cardinale Antonelli nel corso del recente incontro delle famiglie a Città del Messico. Anche se il lavoro in casa viene svolto per amore ai figli, al marito e ad altri familiari, non per questo deve mancare di un giusto riconoscimento.
L'apporto delle casalinghe all'economia nazionale è stimato pari a ben un terzo del Pil. In particolare, l'ipotetico stipendio mensile di una donna che si occupa della casa a tempo pieno, comprese le continue ore di straordinario che lo accompagnano, ammonterebbe a circa 6mila euro. Il raffronto, inevitabile, con il costo di una colf o di una badante che svolga gli stessi compiti ma in ben altre condizioni, fa emergere il contrasto che, da oltre venti anni, alcune proposte di legge hanno cercato invano di risolvere.
Una retribuzione alle casalinghe richiede necessariamente un versamento di contributi previdenziali all'interno di una nuova gestione Inps, ritagliata sulle caratteristiche di questa rilevante fascia sociale. Già nel 1995 la Corte costituzionale ha riconosciuto che il lavoro casalingo è a tutti gli effetti un'attività lavorativa.
Per la parte previdenziale, il "riconoscimento" suggerito dal Vaticano non può essere, in ogni caso, soddisfatto con l'attuale Fondo Inps per i lavori familiari, avviato nel 1997 e che, a causa delle prestazioni irrisorie, non è riuscito ad attirare l'interesse delle casalinghe necessario per il suo sviluppo. Un'occasione per risolvere anche l'anomalia genetica di questo Fondo che, pur essendo a carattere facoltativo, è stato affidato a un ente, l'Inps, che gestisce unicamente assicurazioni obbligatorie.
Fondo Famiglia. L'attuale scarso fascino dell'assicurazione Inps destinata alle casalinghe ha prodotto anche la recente chiusura del Fondo Pensione Famiglia. Una chiusura obbligata, secondo la Federcasalinghe, dal «potere perverso di interessi privati». Le poche iscritte al Fondo complementare, aperto alle donne che svolgono lavori in casa senza compensi, sono state invitate a transitare nel Fondo Arca Previdenza, o in un'altra assicurazione complementare, oppure a riscattare la posizione individuale. Il trasferimento ad Arca Previdenza è gratuito fino al 31 dicembre 2009. La chiusura del Fondo Famiglia documenta la scarsa efficacia del sistema, adottato da questa gestione, di maturare la pensione attraverso gli sconti sulla spesa in negozi convenzionati, e progressivamente accumulati negli anni.
Fondo Infortuni. Scade il prossimo 31 gennaio l'iscrizione (oppure il rinnovo) delle casalinghe all'assicurazione Inail contro gli infortuni domestici. L'assicurazione è obbligatoria per le donne di età fra i 18 e i 65 anni, con un contributo annuale di 12,91 euro, ed è gratuita per le meno abbienti.