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Capovilla, «memoria» di papa Giovanni

Gianni Gennari sabato 22 maggio 2021
Cinque anni fa, il 26 maggio, moriva Loris Capovilla, prete, segretario di Giovanni XXIII, vescovo, cardinale, prima anche giornalista e tanto altro in oltre 100 anni. Nasce il 14 ottobre 1915 a Pontelungo (Padova) da Letizia Callegaro e Rodolfo, che muore nel 1922. Dopo anni di precarietà nel 1929 la famiglia arriva a Mestre. Studia, il piccolo Loris, entra in Seminario a Venezia ed è prete il 23 maggio 1940. Il patriarca Adeodato Piazza gli affida la parrocchia di San Zaccaria, lo vuole cerimoniere della Basilica, catechista nelle scuole, cappellano per l'Onarmo di Porto Marghera, il carcere minorile e l'Ospedale degli infettivi…In guerra è cappellano militare in aviazione, e dopo l'8 settembre salva molti avieri che rischiano di essere catturati dai tedeschi. Nel 1945 il patriarca lo incarica anche della predica domenicale a Radio Venezia, che dura fino al 1953. Nel 1950 è iscritto all'albo dei giornalisti e l'11 dicembre 1955 lo fanno monsignore. Resta per tutti don Loris, e lo sarà sino alla morte. A sorpresa il 15 marzo 1953 il nuovo patriarca Angelo Giuseppe Roncalli lo vuole suo segretario particolare e ad ottobre 1958 lui lo accompagna al Conclave, e il Papa gli conferma l'incarico. Sempre presente accanto al Papa, sempre silenzioso e insieme sempre attivissimo.
È stimato dal futuro Paolo VI, che poi lo vuole anche “perito” al Concilio, lo consulta per importanti scelte nella diocesi di Roma, fino allora “dependance” della Curia e il 26 giugno 1967 lo consacra in San Pietro arcivescovo di Chieti . Eccolo dunque in Abruzzo. Un ricordo: per le prime settimane in diocesi mi chiede di fargli da segretario in attesa dell'arrivo di don Gianni Bianchi, prete veneziano poi presto vittima di un incidente alpinistico. Ecco: “don Loris” e i problemi della terra abruzzese, in primo piano lo strapotere di politici illustri esortati a servire il popolo, e se cattolici - come si dicono - a non servirsene a scopo di clientele e potere…Nomi potenti e prepotenti rimbalzano a Roma, e nel 1971 don Loris è nominato delegato pontificio per il Santuario di Loreto e arcivescovo titolare di Mesembria. Una presenza all'ombra luminosa di Maria che dura 17 anni. Il 10 dicembre 1988 lascia ogni incarico pastorale, si trasferisce a Sotto il Monte, natale di papa Giovanni, e si dedica a ricerca e pubblicazione dei suoi scritti – “Giornale dell'Anima” e molti altri – un patrimonio vastissimo. Intanto accoglienza paterna a chi bussa alla sua porta: una vitalità impressionante. Ricordo: a fine anni '80 volle che lo accompagnassi a Fontanelle, qualche chilometro da Sotto il Monte, a trovare l'amico Davide Turoldo, Servo di Maria di nome e di fatto, grande testimone di santità autentica e cultura profonda. La sua casa restò aperta a tutti: chi bussava era accorto da fratello e da amico. Passano gli anni, sempre lucido e carico di vita fino agli ultimi giorni. Frattanto il 12 gennaio 2014 a sorpresa di tutti papa Francesco lo crea cardinale. È sorpreso e sorridente quando qualcuno lo raggiunge per congratularsi e il 1 marzo 2014 il decano cardinale Sodano sale a Sotto il Monte per imporgli la berretta rossa. Il 14 ottobre 2015 è centenario, e festeggia con i profughi accolti a Sotto il Monte. Fino all'ultimo vivace, amichevole, capace di scrivere biglietti di saluto e di auguri. Negli ultimi giorni la sua voce si fa flebile, anche al telefono, le forze mancano e lo portano alla clinica Palazzolo di Bergamo, dove il 26 maggio, festa del Corpus Domini e anniversario della morte del padre, saluta in preghiera e se ne va. La tomba, come suo desiderio, nel cimitero di Fontanelle accanto a quella del suo e nostro David Maria Turoldo. Un ultimo ricordo, personale e felice. Egli stesso mi ha raccontato che alla sera dell'11 ottobre 1962, apertura del Concilio, il Papa si affacciò sollecitato da lui e inventò il discorso della Luna, forse il più celebre della storia di tutti i Papi. Quando rientrò consegnò la stola a Capovilla e gli disse: «Non sapevo proprio cosa dire, ma mi sono raccomandato alla mia Teresina!». Teresa di Lisieux, dottore della Chiesa e maestra dei teologi accanto a papa Giovanni e al suo e nostro don Loris, per l'eternità.