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Capire il tempo

Alberto Caprotti venerdì 3 luglio 2020
Da dubbioso cronico, sono perfettamente d'accordo a metà con chi sostiene che fare un sondaggio significa domandare opinioni che generalmente la gente non ha. Ma negli Stati Uniti qualcuno si è divertito a stilare una classifica che sembra abbastanza verosimile delle dieci cose più desiderate nella vita. Ebbene, tra le prime quattro, tre riguardano il tempo. Al primo posto c'è il desiderio di restare per sempre giovani, al terzo il desiderio di diventare immortali, al quarto di tornare indietro nel tempo. Cosa sia davvero il tempo però, ancora nessuno lo ha capito bene. «Se non me lo chiedo, so cos'è. Ma se me lo chiedono gli altri, non so rispondere», scriveva sant'Agostino. Chi lo ritiene può rivolgersi a Jovanotti, secondo il quale il tempo è 109 battute al minuto: «Comunque vadano le cose, lui passa e se ne frega se qualcuno è in ritardo, fino adesso nessuno lo ha mai fermato». Per tutti gli altri invece è una freccia che viaggia in una sola direzione: non ha forma né confini, sebbene ci imprigioni dal primo all'ultimo istante. Il passato non torna, se non nella nostalgia. Il presente ci scappa. Il futuro è incalcolabile nonostante i numeri e l'ineluttabilità della vita che prima o poi ha una scadenza. Il tempo è la nostra lotta perpetua. Chiedersi cosa sia, alla fine, è molto meno utile che provare a spenderlo in maniera intelligente.