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Camminare al buio, cantando per la paura

Gianni Gennari sabato 30 agosto 2003
Che Dio sia ovunque lo dice il Catechismo. Di recente "Il Messaggero" ha scritto in prima pagina (23/8) che c'è chi lo trova persino nei "neuroni" del nostro cervello. Meno enfatico il "Corsera" (10/8, p. 27) raccontava "le tesi del fisico e filosofo Paul Davies", che trova Dio anche nelle leggi matematiche. Diversa, e dibattuta, la questione delle radici religiose e cristiane. Che tuttavia ci sono. Ieri persino Franco Cordero ("Repubblica", p.30) racconta le sue. Scrive dei suoi interessi enciclopedici e all'origine trova "l'erculeo San Tommaso". È un fatto. Quell'"erculeo", però, è opinione. Era "grosso", ma visse 49 anni, scrivendo per decine di migliaia di pagine. Difficile pensarlo in palestra a rinforzare i muscoli. In ogni caso è "radice cristiana" del saggio Cordero, laicissimo, che ricorda anche i 4 tomi di Dom Calmet sulla Bibbia, completi nel 1736, i 36 di Storia ecclesiastica di Fleury e Fabre, del 1758, i 50 dell'Abate Migne, completi nel 1864 e, per chiudere, l'Opera Omnia di S. Agostino" Contenti tutti? Macché! Anzi. Qualcuno non sopporta di trovarle dappertutto, queste radici cristiane. Sull'"Unità" (26/8) Francesca Gentile - "Padre nostro che sei nei cinema" - lamenta che su di noi stia "per abbattersi un ciclone di film 'religiosi'" Commedie, thriller, e persino una biografia di Martin Lutero"! Ne è desolata. Al punto che come ipotesi si autoconsola: "Segno di una società divorata dalla paura?" Coraggiosi solo loro, questi nostri "laici" di ferro! Hanno spento la luce, non vedono le radici, camminano al buio, e per farsi coraggio cantano in coro. È la solita musica"