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Cala il sipario sulla nona salvaguardia

Vittorio Spinelli martedì 23 febbraio 2021
Si chiude in questi giorni la tribolata vicenda, ormai decennale, dei lavoratori risparmiati dalla riforma Fornero grazie al possesso dei vecchi requisiti pensionistici in vigore a dicembre 2011. Il freno alle spese per la previdenza ha finora consentito solo a determinati gruppi di lavoratori l'opportunità di uscita. L'attuale legge di bilancio ha finalmente autorizzato un ultimo contingente di circa 2.500 lavoratori, stabilendo la cosiddetta "nona salvaguardia". Tuttavia, pur essendo confermate le categorie all'epoca ammesse al beneficio (i lavoratori esodati o a termine, i prosecutori volontari, i lavoratori cessati prima o dopo il 30 giugno 2012 ecc.), il trattamento pensionistico per questi ultimi beneficiari con i vecchi requisiti non può avere decorrenza anteriore al 1° gennaio 2021. Le domande online (o tramite i patronati) per una preventiva verifica devono essere presentate all'Inps entro il 2 marzo 2021. L'Istituto precisa che si possono presentare insieme la domanda di verifica del diritto e quella ordinaria per la pensione di anzianità o di vecchiaia. In questo modo viene assicurata la decorrenza del trattamento pensionistico ai soggetti cessati dal rapporto di lavoro dipendente. Infatti per questa salvaguardia si applica tuttora il sistema delle decorrenze mobili, cosiddette "finestre". In genere si tratta di una dilazione del pagamento dell'assegno di 12 mesi per i lavoratori dipendenti e di 18 mesi per i lavoratori autonomi rispetto alla data di maturazione dei requisiti. Più complessa la "finestra" quando il diritto alla pensione è indipendente dall'età: aumenta di 1, di 2 oppure di 3 mesi per i requisiti maturati rispettivamente nel 2012, 2013 o 2014. La precedenza nell'accoglimento delle richieste – esclusivamente all'interno dell'attuale contingente – è stabilita dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. In particolare, per i lavoratori in congedo nel 2011 per figli con disabilità, e che siano ancora al lavoro, si fa riferimento alla data del 1° gennaio 2021. L'Inps è tenuto a monitorare costantemente i limiti stabiliti relativi al numero dei soggetti ammessi e alle risorse disponibili.