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C'è qualcuno che ha voglia di censurare anche la Bibbia

Pier Giorgio Liverani domenica 29 marzo 2015
Sollecitato da un lettore – par di capire un ex prete o ex seminarista – secondo il quale «l'umanità ha maturato valori che vanno ben oltre le diverse religioni» e che dovrebbero essere «essere esposte [anche] nei libri sacri», Corrado Augias scrive (Repubblica, mercoledì 25) che «bisognerebbe espungere dalle scritture sacre le incitazioni alla violenza che vi sono contenute, perché sono scritte in epoche remote quando la ferocia era un comportamento proclamato». Augias dovrebbe sapere – e così anche l'ex-prete-seminarista – che, almeno per quanto riguarda i cristiani, il Vangelo ha già insegnato di “amare il prossimo”, di “offrire l'altra guancia”, di “perdonare settanta volte sette” e di “lavare i piedi l'un l'altro” (vedi Giovedì Santo, liturgia della Messa vespertina in cena Domini). Credo che nessuno abbia mai usato violenza perché suggestionato da certe gesta narrate nella Bibbia, anche perché la Sacra Scrittura non va interpretata alla lettera e ritengo che anche gli atei della UAAR(Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti) risentano, nella comune opposizione alla violenza, degli insegnamenti di Gesù Cristo e si oppongano a una qualsiasi censura sulla Bibbia. Questo, se non altro, per il rispetto a un documento che ha quasi tre millenni di vita e ha profondamente influito sulla civiltà dell'Occidente. Per esempio: gli animalisti, i vegetariani e i vegani organizzano anche quest'anno, manifestazioni davanti ai mattatoi contro l'uccisione degli agnelli per il pranzo di Pasqua, che ha radici nella notte della prima Pasqua ebraica narrata proprio dal Libro dell'Esodo. A meno che Augias sia un caso a parte.DONNE E MANIFESTISono di due donne le sole proteste dei quotidiani contro la decisione del sindaco di Roma, proprio quando Ignazio Marino ne aveva finalmente indovinata una: la proibizione dei «manifesti pubblicitari che usano il corpo delle donne in maniera sessista», riferisce su Libero, (mercoledì 25) Caterina Maniaci. Il Giornale le ha messe addirittura in prima pagina, con firma di Annalisa Chirico. La Maniaci fa la “benaltrista”: sostiene che di ben altro bisogna preoccuparsi più delle «donne scosciate o nude» e in particolare «delle donne che stanno ai fornelli e tutti gli altri sul divano». La Chirico, invece, fa politica: «La pubblicità trabocca anche di maschia nudità e di lineamenti efebici… È la natura che ci ha fornito impulsi e passioni sessuali che nessun legislatore potrà mai abolire». Obiezioni, come si vede, politicamente corrette: «La crociata capitolina contro la “donna oggetto” serve a riempire di morale il vuoto politico. Si fa la morale per non fare politica».Già, davvero la politica non ha morale? È proprio il caso di stimolare gli impulsi? E piacerebbe alle due Signore stare su manifesti in quelle condizioni? IN TREDICI NELLO ZODIACOAstrologi e astrofili sono in agitazione. I giornali che danno importanza agli oroscopi hanno annunciato una importante mutazione nello Zodiaco: i “segni” sono diventati tredici. L'ultimo arrivato si chiama «Ofiuco», dal greco Ofiôuchos, il "serpentario", “colui che porta il serpente". Immaginate il panico che circola nel mondo degli oroscopi (secondo la BBC l'86% delle persone segue le previsioni degli oroscopi). La scoperta di Ofiuco sballa la durata di tutti gli altri segni, mette in crisi i tatuaggi sulle braccia, pone problemi di calcolo e di credibilità degli oroscopi secondo ilvecchio Zodiaco e dei conseguenti comportamenti dei creduloni. Si tratta di uno sfasamento dello Zodiaco rispetto al Sole oppure di una mutazione nata dall'incrocio tra altri segni, o di un segno preesistente ma ignorato? Agli astrologi l'ardua sentenza.