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Bonolis vince facile con la musica d'autore

Andrea Fagioli venerdì 13 gennaio 2017
I grandi artisti che hanno cantato le canzoni della nostra vita, ce l'hanno a loro volta una canzone della vita? Nasce da qui, da una banale domanda, uno spettacolo, Music, alquanto impegnativo a livello di ospiti e di messa in scena all'interno del mitico Teatro 5 di Cinecittà in Roma, il leggendario studio di posa di Federico Fellini, con dentro un pubblico di oltre mille e trecento persone. Del resto quando Paolo Bonolis decide di tornare in tv (in attesa che domenica riparta Avanti un altro) non guarda a spese, anche perché non toccano a lui. A parte questo, lo show in due puntate (più «Il meglio di...» per una terza), in onda il mercoledì in prima serata su Canale 5, è una sorta di Sanremo in anticipo che ha preso il via proprio nel giorno in cui dal Casinò della Città dei fiori si svelava il segreto di Pulcinella circa Maria De Filippi a fianco di Carlo Conti nella conduzione del Festival della canzone italiana. Mentre Bonolis, non andando in diretta, ha approfittato del traino del Tg5 (ospite in studio nell'edizione delle 20), non solo per lanciare il suo Music, ma anche per qualche battuta sull'attualità festivaliera: «Dopo la De Filippi a Sanremo pensavo di presentare lo show al Tg1». E ancora: «Volevo fare Sanremo a Roma, la Raggi ha detto no». Per quanto riguarda lo spettacolo vero e proprio, Bonolis, con la partecipazione dell'immancabile Luca Laurenti, ha scelto la via più facile, quella delle canzoni d'autore cantate da altrettanti autori. Allora, se metti insieme nell'ordine John Miles, Simon Le Bon dei Duran Duran, Francesco Renga, John Travolta, Fedez e J-Ax, Ezio Bosso, Manuel Agnelli, Tullio De Piscopo e i The Kolors, Elisa e Enzo Avitabile comunque vada sarà un successo. Se poi a tutti questi fai cantare Mina, i Beatles, i Pink Floyd o suonare Beethoven il gioco è fatto. Con in più un'orchestra di oltre sessanta elementi diretti dal maestro Diego Basso. Bonolis, pertanto, nonostante la decina di autori che firmano il programma, non ha avuto bisogno di fare molto altro, anzi: sarebbe stato meglio se avesse fatto anche meno. Il livello delle interviste, ad esempio, è stato piuttosto basso. Nel caso di Manuel Agnelli, leader del gruppo rock Afterhours e giudice di X- Factor, l'oggetto della chiacchierata era addirittura riconducibile a sotto la cintura con i soliti ritriti doppi sensi.