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Bollicine e agriturismo in festa: la ripresa dell'agroalimentare è sulla strada giusta

Andrea Zaghi domenica 27 dicembre 2015
Sette anni di penitenza per vedere un 2015 che volge al bello. È quanto accaduto al comparto degli spumanti italiani che, appunto, dopo sette anni di decrescita pare che stia passando gli ultimi 25 giorni del 2015 vivendo una «ripresa molto significativa». Così accade anche per altri settori dell'agricoltura e dell'agroalimentare nazionali. Buoni segni di ripresa, seppur "timida", che occorre continuare a coltivare.Sulle bollicine nostrane, i dati più recenti arrivano dall'osservatorio sul mercato degli spumanti Ovse-Ceves che indica per questo periodo un picco di mercato a Natale di 11 milioni e di 29 milioni di bottiglie a Capodanno. Cifre che, rapportate per tutti i 12 mesi significano un aumento del 3,9%. Bene anche il giro d'affari che dovrebbe arrivare a 445 milioni di euro. Ciò che conta di più, tuttavia, è proprio l'inversione di tendenza dopo un lungo periodo di numeri con il segno meno. Sempre in questi giorni, poi, altri dati positivi sono arrivati dal comparto dell'agriturismo. Secondo Coldiretti, l'aumento stimato in questo caso dovrebbe essere pari al 15% rispetto allo scorso anno: il maggiore incremento per le festività di fine anno di Natale, pari ad un'affluenza di circa 750mila italiani. «La situazione generale – dice l'associazione dei coltivatori – spinge verso vacanze più brevi e più vicine a casa». I tempi difficili, in altre parole, pesano ancora, ma c'è chi riesce a trarne beneficio.Più in generale, stando al recente rapporto AgrOsserva di Ismea e Unioncamere, nel terzo trimestre dell'anno sembrerebbero migliorare gli indici di fiducia di agricoltori e industrie alimentari. Secondo Ismea, la buona tenuta delle esportazioni e la lieve ripresa della domanda nazionale, i costi di produzione in lieve flessione e alcuni prezzi all'origine ancora in rialzo nel confronto tendenziale, sono stati percepiti positivamente dagli operatori agroalimentari. Certo, all'interno del vasto e variegato mondo agricolo e alimentare, situazioni positive sono affiancate da altre ancora pesantemente negative. Basta pensare da una parte al settore lattiero-caseario, nel quale la conflittualità è ancora altissima e, dall'altra a quello vitivinicolo nel quale, invece, i numeri di mercato appaiono più che buoni. Ed è poi necessario tenere conto che si tratta di sensazioni e di indici che possono modificarsi da un giorno all'altro. L'indicazione di una tendenza che forse cambia di segno in maniera più decisa pare però confermarsi sempre di più. Ma nei prossimi mesi occorrerà un forte lavoro di tutti i componenti della filiera agroalimentare e agroindustriale, perché questo processo continui ad andare avanti.