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“Boez”, in cammino per ricominciare

Andrea Fagioli mercoledì 11 settembre 2019
«Uscire dal carcere è ricominciare tutto da zero. Ritornare a vedere il cielo, ritrovare se stessi nel mondo fuori dalle sbarre è un cammino difficile, ma siamo pronti a partire». Ognuno dei dieci episodi di Boez – Andiamo via (in onda dal lunedì al venerdì, dal 2 al 13 settembre, alle 20.15 su Rai3) inizia con queste parole sull'immagine di una scarpa da trekking nel fogliame, una strada e un cancello che si apre. Boez (titolo che si rifà alla firma di un writer) è una docu-serie tv di forte impatto sociale, scritta da Roberta Cortella e Paola Pannicelli con la regia di Marco Leopardi, realizzata da Rai Fiction e Donatella Palermo per Stemal Entertainment con la collaborazione del Ministero della Giustizia. Racconta di sei giovani, cinque uomini e una donna, provenienti dal carcere, dagli arresti domiciliari o da una comunità di recupero, con alle spalle reati che vanno dal concorso in omicidio, all'estorsione, alla rapina, al sequestro, allo spaccio e alle risse. Si chiamano Alessandro, Francesco, Omar, Matteo, Maria e Kekko. Sono stati scelti per partecipare a uno speciale programma di espiazione esterna della pena in un percorso di reinserimento, di socializzazione, attraverso un lungo viaggio a piedi da Roma a Santa Maria di Leuca, in Puglia. Cinquanta tappe per oltre 900 chilometri, una dura prova sia fisica che emotiva nell'arco di un paio di mesi. Ad accompagnarli una guida escursionistica, Marco, e un'educatrice, Ilaria. Sulla loro strada incontrano anche preti e comunità religiose. Un viaggio/pellegrinaggio che sperimenta il cammino come dispositivo di recupero e che per la prima volta, sempre in via sperimentale, viene seguito dalle telecamere con troupe preparate ad essere il meno invasive possibile. Inoltre, per rendere più autentico il racconto, è stato introdotto come elemento narrativo l'utilizzo delle riprese realizzate dai ragazzi con il telefonino: un'autorappresentazione che integra quella delle telecamere "ufficiali". Il risultato è un cosiddetto factual, una realtà con pochi filtri. I ragazzi camminano sotto la pioggia, si perdono nel bosco, litigano, si scoraggiano, qualcuno cede. Il linguaggio è duro, il loro pensiero pure. Ma lo spaccato proposto è molto interessante.