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Beppe Fiorello vola con l’eroico Baracca

Andrea Fagioli venerdì 31 marzo 2023
La prima cosa che colpisce del docu-film I cacciatori del cielo (mercoledì in prima serata su Rai 1) è l’insieme dei linguaggi: si va dalla fiction al documentario con immagini di repertorio, dal disegno animato al reality, o meglio al finto reality con gli attori-personaggio che parlano guardando dritti nell’obiettivo (quello che ora si direbbe il «confessionale»). Il tutto ben amalgamato per celebrare e al tempo stesso cercare di rendere, se non proprio attuale, almeno comprensibile a tutti (riuscendoci) la figura di Francesco Baracca, grande aviatore della Prima guerra mondiale, nato a Lugo di Romagna nel 1888, distintosi per avere abbattuto più di trenta aerei nemici e poi per essere morto da eroe a soli trent’anni, il 19 giugno 1918 nel corso di una missione sul Montello, durante la battaglia del Piave. C’è nel docu-film diretto da Mario Vitale (scritto da Pietro Calderoni e Valter Lupo con la consulenza storica di Paolo Varriale, prodotto da Gloria Giorgianni per Anele con Luce Cinecittà, in collaborazione con Rai Documentari, con il Patrocinio e la partecipazione del Ministero della Difesa, dell’Aeronautica e di altri) un po’ di retorica, ma fortunatamente non c’è l’elogio della guerra e nemmeno troppi combattimenti. La scelta è quella di puntare più sul valore e l’integrità della persona, sugli ideali e sul senso del dovere, ma anche sull’amore e l’amicizia. Sfaccettature dell’uomo Baracca che Beppe Fiorello riesce a rendere bene. Accanto a lui, da segnalare, la bella figura, sia pure immaginaria, del meccanico Bartolomeo Piovesan interpretato da Andrea Bosca. A unire passato e presente, ricordando anche il centenario della nascita dell’Aeronautica militare all’interno del quale è stato proposto I cacciatori del cielo, ci pensano nel finale le immagini delle attuali Frecce tricolori. © riproduzione riservata