Benedire i telefoni cellulari può far bene a noi che li usiamo
Don Palermo argomenta bene la sua iniziativa a partire dal fatto che, come diceva appunto Valenziano in quel lontano 1993, «noi non benediciamo le cose e gli animali, diciamo bene di Dio che ce li ha dati». La sua specifica attenzione rivolta al telefonino è dettata da una presa d'atto: è «un oggetto che oggi tutti possiedono (anziani, adulti, giovani e perfino bambini) e soprattutto tengono sempre in tasca e spesso tra le mani e sotto i propri occhi». Nessuno dunque ne sminuirebbe l'importanza, ma pochissimi hanno la corretta percezione dei rischi insiti in un utilizzo non consapevole: «Ecco perché una benedizione può fare bene, non al cellulare ma a chi lo usa».
E poiché allo schermo del proprio cellulare ci si rivolge con gli occhi prima che con le dita, ovvero è lo sguardo che entra per primo in gioco, sia dal punto di vista tecnico – per quanto la comunicazione digitale oggi privilegia i contenuti visuali –, sia dal punto di vista morale – a seconda della natura di tali contenuti –, ecco l'idea di inserire il rituale di benedizione nei festeggiamenti per santa Lucia, protettrice della vista e degli occhi, candidata a diventare anche «una speciale guida per un uso corretto e positivo dei nostri smartphone e tablet». Perché no?