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Beata Vergine Maria Addolorata. Non è mai la sofferenza, è l'amore a dirci chi siamo

Matteo Liut mercoledì 15 settembre 2021
Non è la sofferenza, né le ferite e il dolore che definiscono la nostra identità, ma la luce che sappiamo trovare anche nei momenti più difficili. Perché essere santi significa mostrare al mondo un Dio che condivide le nostre lacrime e i nostri sospiri. Così l'icona della Madonna sofferente accanto al figlio morto in croce porta con sé un messaggio di speranza per l'umanità intera. La liturgia, infatti, oggi celebra la Beata Vergine Maria Addolorata, ricordando che Maria fu "associata" alla passione di Gesù e all'opera di salvezza che si stava realizzando sul Golgota. Il "sì" pronunciato all'arcangelo Gabriele la condusse non a una vita di privilegi, ma all'esperienza più dolorosa per una madre: agli occhi del mondo la perdita del figlio è la negazione assoluta della speranza. Ma la risurrezione completa il percorso e dona un senso nuovo alla sofferenza: la morte è vinta, il dolore apre all'infinito abbraccio dell'amore di Dio. L'Addolorata è lì a dirci non solo che dopo la sofferenza troveremo la luce, ma anche che nel dolore nessuno è lasciato da solo.
Altri santi. Sant'Albino di Lione, vescovo (IV-V sec.); santa Caterina Fieschi Adorno da Genova, vedova (1447-1510).
Letture. Romano. Eb 5,7-9; Sal 30; Gv 19,25-27.
Ambrosiano. 1Gv 3,17-24; Sal 111 (112); Lc 17,7-10.
Bizantino. Col 1,24-2,1a; Mt 10,16-22.