Rubriche

Autismo, il messaggio di «Tommy e gli altri»

Andrea Fagioli martedì 4 aprile 2017
Amore e sofferenza. Sofferenza vera, quella che non dà tregua. Solitudine di genitori che hanno figli non autosufficienti che potranno sopravvivergli. È un racconto duro, senza filtri, quello che propone Gianluca Nicoletti con il film documentario Tommy e gli altri andato in onda in prima visione, con la regia di Massimiliano Sbrolla, il 1° aprile alle 21.15 su Sky Arte HD e alle 23.15 su Sky Cinema Cult HD e in replica il giorno successivo alle 19.35 sugli stessi canali Sky in occasione della Giornata mondiale per la consapevolezza sull'autismo. Nicoletti, noto giornalista e scrittore, personaggio radiofonico e televisivo, ha intrapreso con il figlio Tommaso, ragazzo autistico da poco divenuto maggiorenne, un viaggio lungo l'Italia per incontrare «gli amici di Tommy», ragazze e ragazzi autistici e i loro genitori. Attraverso le immagini e le parole dei giovani e delle loro famiglie, Tommy e gli altri porta alla luce storie di isolamento, di tremende difficoltà quotidiane, di integrazione quasi impossibile e soprattutto le contraddizioni di un sistema sanitario che si dice non riconosca più programmi e cure oltre il diciottesimo anno. L'autismo degli adulti, insomma, sembrerebbe non esistere per legge. E allora cosa succede a questi ragazzi quando diventano grandi? Quali diritti hanno? Dove andranno a finire una volta che non ci saranno più i loro genitori? Fa impressione sentire una madre ammettere di comprendere «le scelte estreme di omicidio e suicidio» («I nostri sono figli che nessuno reclamerà mai»). Tommy e gli altri è in questo senso un sano pugno nello stomaco. Ha un solo limite: quello di dar voce a una sola parte, anche se è la più importante e la più autorizzata a parlare, ovvero i genitori, che vivono il problema sulla loro pelle e non accettano, perché non serve, la consolazione né tantomeno la compassione degli altri. Manca la replica del servizio sanitario e anche degli istituti religiosi che vengono più volte additati come responsabili di una gestione spietata di questi casi. Tommy e gli altri resta comunque un film documentario di forte intensità, commovente, un esempio di quello che la televisione (con qualche aggiustamento) potrebbe fare per rendere le persone consapevoli non solo sull'autismo, ma su tutti quei problemi che avrebbero bisogno di essere condivisi e presi in carico dalla collettività.