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Arriva l'iPad: saremo tutti più felici senza l'ingombro di computer e carta?

Alfonso Berardinelli sabato 5 giugno 2010
Questa volta esulto anch'io. Anche per me è arrivato il momento della conversione e dell'entusiasmo informatico. Allo spartiacque della Nuova Era ci siamo arrivati. Ne parlano tutti. Il computer che ho sempre rifiutato, quell'ingombrante monumento a se stesso che troneggia sulle scrivanie, verrà presto superato dall' iPad. Piccola, leggera, maneggevole, sempre più portatile e polifunzionale, questa tavoletta multimediale è un computer che nega il computer, somiglia ai cellulari ma non è un telefono, sembra onnipotente, eppure è discreta. Ci offre libri e giornali nel loro stesso formato, con in più video, audio, foto, eccetera. Un noto giornalista ha detto che con l'iPad «si può giocare al gioco serissimo della libertà di scelta». Non è poco.
La notizia epocale è che se l'iPhone aveva raggiunto un milione di pezzi venduti in poco più di settanta giorni, ora l'iPad della Apple (a un prezzo che va dai 499 ai 799 euro) ha superato la soglia del milione in soli 24 giorni. È' il Nuovo che rivaluta il Tradizionale e realizza nostalgie che fino a ieri sembravano inconfessabili: le news non c'è più bisogno di leggerle su Google, si può tornare a leggere sull'iPad i cari giornali di una volta (tuttora in edicola), lì si possono sfogliare sul display, in metropolitana, senza muovere le braccia né disturbare chi ci siede accanto. È come avere a disposizione tutto il cartaceo senza quel criminoso uso di carta che ci fa sentire in colpa per la distruzione delle foreste e per il trasporto fisico, inquinante, su strada, dei giornali.
Saremo felici? Avremo un mondo in una scatoletta elettronica. Già, il mondo fisico: che fatica! Ci imponeva di avere un corpo e di muoverlo, ci costringeva a percepirlo con cinque sensi invece che con due. Eravamo così goffi, così lenti. Risparmieremo sempre più tempo. Che ne faremo di tutto quel tempo risparmiato? I mezzi aumentano. Dove sono gli scopi? Il mezzo è lo scopo.