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Antonio di Padova. Il «dottore» che sapeva parlare di Dio ai semplici

Matteo Liut giovedì 13 giugno 2019
Se c'è un messaggio prezioso per la Chiesa di oggi nell'eredità di sant'Antonio di Padova è l'invito a fare una “teologia popolare”, cioè a saper parlare di Dio a tutti ma sempre con il rigore e la profondità dei grandi studiosi. È in questa capacità la “formula” della santità di questo frate minore, dottore della Chiesa particolarmente caro alla devozione popolare. Era nato a Lisbona attorno al 1195 e il suo nome era Fernando di Buglione. A 15 anni entrò tra i Canonici Regolari di Sant'Agostino, diventando prete nel 1219. Nel 1220 arrivarono a Coimbra i corpi di cinque francescani decapitati in Marocco: il fatto colpì Antonio a tal punto da spingerlo a entrare tra i Minori. Dopo aver vissuto per un periodo nei pressi di Forlì, su mandato di san Francesco fu predicatore in Romagna, nel nord Italia e in Francia; nel 1227 era provinciale dell'Italia Settentrionale. Morì a Padova nel 1231.
Altri santi. San Fandila di Cordova, martire (IX sec.); sant'Aventino, eremita (IX sec.).
Letture. 2Cor 3,15-4,1.3-6; Sal 84; Mt 5,20-26.
Ambrosiano. 2Re 23,1-3; Sal 77; Lc 19,41-48.