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Anselmo dAosta. Seguendo Colui di cui niente è più grande

Matteo Liut giovedì 21 aprile 2022
Se il cuore ha sete d'amore e d'Infinito, la mente non trova pace finché non scorge il senso e la verità dell'esistenza. Questa inquietudine interiore è stata da sempre il motore della ricerca filosofica ma anche della diffusione del Vangelo. Se i santi danno forma con la loro testimonianza alla profondità cui porta tale ricerca, i pensatori di ogni tempo hanno cercato con le parole di descriverla. Sant'Anselmo d'Aosta, uno dei più importanti teologi del proprio tempo e una colonna del pensiero occidentale, ha saputo mettere insieme la testimonianza con l'argomentazione. Apice del cammino di questo dottore della Chiesa fu la definizione di Dio come «ciò di cui non si può pensare nulla di maggiore». Nato nel 1033, Anselmo, che ebbe da giovane un rapporto difficile con la famiglia, seguì la vocazione religiosa fino in Normandia, dove conobbe Lanfranco di Pavia, priore dell'abbazia del Bec, della quale egli stesso poi divenne abate. Tra le sue opere teologiche le più importanti sono il «Monologion» e il «Proslogion». Nel 1093 divenne arcivescovo di Canterbury; morì nel 1109.
Altri santi. Sant'Apollonio di Roma, filosofo e martire (II sec.); san Corrado (Giovanni Evangelista) Birndorfer da Parzham, religioso (1818-1894).
Letture. Romano. At 3,11-26; Sal 8; Lc 24,35-48.
Ambrosiano. Transito di Sant'Ambrogio. At 5,26-42; Sal 33 (34); Col 3,1-4; Lc 24,36b-49.
Bizantino. At 2,38-43; Gv 3,1-15.