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Amo leggere la grande critica, organo vitale nel corpo della narrativa e della poesia

Alfonso Berardinelli sabato 2 novembre 2013
Per i miei gusti, ammesso che contino qualcosa, uno dei libri più ricchi, preziosi, affascinanti usciti quest'anno è un compatto volume pubblicato dalla Fondazione "Corriere della sera" e curato (si tratta di vera e attenta cura) da Mauro Bersani: milleottocento pagine di recensioni apparse su quel giornale dal 1945 al 1992, scritte da più di trenta autori: si va da Emilio Cecchi, Eugenio Montale, Carlo Bo, Gianfranco Contini, Giovanni Macchia, fino a Luzi, Pampaloni, Ripellino, Manganelli, Parise, Zanzotto, Segre, Citati, Raboni, Calasso (e tralascio parecchi nomi solo per ragioni di spazio).Di una cosa mi rammarico: che la critica letteraria venga letta e apprezzata sempre meno, che sempre più ristretto sia il numero dei suoi lettori. La critica è un ramo, un arto, un organo vitale della letteratura, meno visibile ma non meno essenziale alla vita e alla buona salute della letteratura di quanto siano narrativa e poesia.Per rendere più evidente una tale verità, credo che la metafora migliore sia questa: la critica è il sistema endocrino della letteratura, non è visibile come la pelle, i muscoli, la struttura ossea, ma se le sue funzioni si indeboliscono l'intero organismo si deforma e si ammala.La critica letteraria nasce come intensificatore dell'atto di leggere, lo arricchisce, lo incrementa, lo focalizza. Affina la percezione del testo letterario, rende sia memorabile che discutibile il suo valore.L'antologia è accompagnata da un saggio introduttivo su "Cultura d'élite e cultura di massa", tema di perenne attualità, mentre le recensioni dei singoli critici sono precedute da ampie premesse non solo informative, ottimi ritratti culturali e tecnici dei recensori, filmati da Bersani mentre sono al lavoro.Questo libro è il miglior manuale di critica giornalistica o militante che il lettore italiano abbia oggi a disposizione. È un'eccellente antologia di "prose morali" e un incoraggiamento per noi poveri recensori di oggi. «La critica letteraria sta perdendo ascolto" e "in editoria è la branca che meno vende», scrive Bersani. È vero. Ma la passione critica ama le difficoltà e diffida del successo.