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Alstom, oltre 300 posti a rischio

Vittorio Spinelli sabato 14 dicembre 2002
Continua l'effetto domino della crisi post-11 settembre: oltre trecento lavoratori della Alstom Power Italia rischiano il posto. A causa del calo degli ordini, legati alla congiuntura economica negativa, la multinazionale francese, che nel '99 ha rilevato il comparto energia della Abb, sarebbe intenzionata ad avviare presto un piano di ristrutturazione mondiale del settore impiantisco. L'allarme è partito dai sindacati dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil, che in occasione della presenza a Milano dell'European Works Forum, l'organismo di rappresentanza dei lavoratori della multinazionale, hanno tenuto mercoledì scorso un'affollatissima assemblea aperta. Il progetto di ristrutturazione riguarderebbe da vicino gli uffici di piazzale Lodi, a Milano, dove i posti a rischio sarebbero oltre 300. «Il piano non è stato ancora formalizzato - spiega Luigi Dedei, segretario della Fim Cisl milanese - ma le scelte che la multinazionale francese sta compiendo fanno capire che il prossimo passo sarà intervenire sull'impiantistica, in particolare sulla progettazione, costruzione e installazione di centrali elettriche». Tutte le attività "energetiche" della Alstom sono concentrate nel milanese, dove la società occupa più di 900 addetti: circa 700 nel capoluogo e altri 200 a Sesto San Giovani. «Purtroppo, a causa della crisi economica il portafoglio ordini è un po' scarso al momento - aggiunge Dedei -. Del resto, sul mercato nazionale la società è penalizzata dai vincoli con la multinazionale francese, che quando si vince un appalto obbliga a utilizzare le sue macchine che producono energia, che però non vanno bene per il mercato italiano». La prospettiva degli oltre 300 esuberi, comunque, per ora è solo un'ipotesi, anche se molto realistica. Tutti i nodi, infatti, verranno al pettine nell'anno nuovo. «Entro aprile l'azienda dovrà definire il budget - spiega Dedei - dunque a gennaio dovrà valutare eventuali riduzioni dei costi».