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Alla fine Liliana Segre denunciò odio e odiatori vanno arginati

Umberto Folena sabato 12 novembre 2022
Alla fine anche lei, la mite vecchina dai candidi capelli, la nobile sopravvissuta al campo di sterminio che di odio ne ha visto e incassato a chilotoni, ha ricevuto lo schizzo fatale che ha fatto traboccare il vaso, meglio il barile e ha sporto denuncia. Liliana Segre, 92 anni, lo ha fatto sapere durante il primo Forum nazionale delle donne ebree d’Italia tenutosi a Milano. Leggiamo sul “Corriere” (10/11): «Gli insulti a Segre erano arrivati anche lo scorso anno quando la senatrice a vita si era fatta fotografare all’ospedale Fatebenefratelli di Milano mentre riceveva il vaccino. Un gesto che aveva scatenato una tempesta d’odio in rete. Una vicenda che si è ripetuta in questi giorni sui social network, dov’è comparso un finto articolo di un quotidiano in cui la senatrice a vita insultava i no vax, un falso che però ha scatenato per l’ennesima volta gli hater». Perfino minacce di morte. La “Stampa” (10/11) dedica all’odiosa vicenda d’odio una pagina intera con il commento di Elena Loewenthal (titolo: «Non possiamo permetterci di dimenticare»), donna ebrea, che era lì a Milano ad ascoltarla: «Quando parla lei ci sentiamo tutte figlie sue e non siamo poi così sicure di non avere paura». Amarissimo il finale dell’intervento di Segre, riportato sia nella ricca cronaca di Monica Serra sulla “Stampa” (10/11) sia nel più stringato servizio del “Manifesto” (10/11): «Penso purtroppo che alla fine ci sarà su di noi ebrei solo una riga sui libri di storia, così come è successo agli armeni, dopo il loro genocidio». Alla notizia la “Repubblica” dedicata un inquadrato, “Giornale” e “Fatto” nulla. Taglio basso per “Libero” (10/11): «All’odio sui social risponde con la linea dura». Commenta Claudia Osmetti: «Signori, cerchiamo di capirci. Le opinioni sono legittime (quelle di tutti, sia chiaro). Gli insulti e le minacce no. Segre fa bene a difendersi e a sporgere denuncia, in confronto non passa per l’odio e le intimidazioni. Ci mancherebbe». Sospirone di sollievo. Solo apparentemente estranea alla vicenda Segre è l’assai istruttiva intervista di Stefano Lorenzetto all’ex guardacaccia Giancarlo Ferron (“Corriere”, 10/11). Domanda: «Chi sono i bracconieri?». Risposta: «Delinquenti abituali, disturbati mentali che uccidono per dimostrare la loro virilità». Come tanti odiatori. © riproduzione riservata