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Alimentare “controllato” con un piano operativo

Andrea Zaghi domenica 11 febbraio 2024
Quest’anno i controlli sugli alimenti saranno più serrati che in passato. Lo dice il “Piano operativo dei controlli nel settore agroalimentare” appena approvato dalla Cabina di regia interforze istituita presso il ministero dell’agricoltura. Si tratta di un passo importante, che deve dare ancora più certezze ai consumatori e, tutto sommato, anche ai produttori. Il Piano ha un obiettivo: «Rafforzare e garantire – dice una nota del ministero – una maggiore trasparenza delle attività ispettive a tutela dei produttori, da pratiche sleali, e assicurare ai cittadini elevati standard di qualità e salubrità degli alimenti portati in tavola». Intenzioni importanti e impegnative, che adesso dovranno essere messe in pratica. Della partita sono coinvolte di fatto tutte le forze a disposizione del governo: ad iniziare dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi (ICQRF) per passare a Carabinieri, Guardia di Finanza, Capitanerie di porto, Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) e poi anche Dogane e Monopoli di Stato. Regole e poteri di questo apparato, sono sanciti, oltre che dalla legge, anche dal “Vademecum per i controlli per le aziende nel settore agroalimentare”, un documento che indica le modalità delle azioni di monitoraggio della stessa Cabina di regia interforze (già impiegata nella campagna straordinaria di controllo sull’importazione del grano duro destinato all’alimentazione umana). Il Piano operativo 2024 indica non solo un rafforzamento generale delle azioni di monitoraggio ma anche il dettaglio di ciò che verrà fatto per ogni filiera agroalimentare. L’obiettivo – viene spiegato dal governo – «è quello di evitare inutili duplicazioni di controllo e tutelare i produttori onesti, isolando i pochi che attuano concorrenza sleale, anche sfruttando e utilizzando prodotti che arrivano da quei Paesi che non rispettano le nostre regole e, di conseguenza, non possono assicurare la salute dei cittadini». Le ispezioni si concentreranno sulla “tracciabilità e rintracciabilità” dei prodotti e sull’indicazione dell’origine delle materie prime e dei prodotti finiti; elementi, questi, ritenuti «ad alto rischio di irregolarità in quasi tutti i settori». I controlli in particolare riguarderanno l’etichettatura, il contrasto delle pratiche commerciali “sleali”, gli illeciti nel campo delle erogazioni dei fondi europei. Le filiere interessate sono quelle dei settori vitivinicolo, oleario, lattiero caseario, ortofrutta, cereali e derivati, settori ippico, carni, mangimistico, contrasto alle frodi al bilancio comunitario. Attenzione maggiore anche al commercio elettronico. Nelle intenzioni, quindi, il traguardo da raggiungere è più importante di quello del 2023, che non è stato comunque di poco conto. Lo scorso anno, infatti, i controlli sull’agroalimentare effettuati sono stati oltre 191mila. L’attività di monitoraggio sull’erogazione dei fondi Ue, inoltre, ha portato ad accertare che gli aiuti indebitamente percepiti sono stati pari a circa 98milioni su un totale di poco meno di 190 milioni di euro. Come dire: il buon agroalimentare italiano non si difende solo con le manifestazioni di piazza ma anche applicando le regole correttamente. © riproduzione riservata